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sabato 15 Novembre 2025

Genova: Convegno sulla giustizia e libertà di stampa lancia l’allarme

Il convegno a Genova, un evento di rilevanza nazionale, ha raccolto un pubblico di oltre cinquecento persone, animando tre sale nell’Aula Magna dell’Università.

L’iniziativa, promossa dall’Ordine dei Giornalisti della Liguria in sinergia con l’Associazione Nazionale Magistrati, ha affrontato temi cruciali per il futuro del sistema giudiziario italiano: l’autonomia della magistratura e la libertà di stampa, pilastri fondamentali di una democrazia funzionante.
L’apertura del dibattito è stata affidata ai presidenti di Anm Liguria, Federico Manotti, e dell’Odg Liguria, Tommaso Fregatti.
Quest’ultimo ha lanciato un appello vigoroso per una maggiore trasparenza e accesso alle informazioni per i giornalisti liguri, denunciando, con preoccupazione, le crescenti intimidazioni rivolte ai professionisti dell’informazione, un fenomeno che mina la capacità di garantire un’informazione libera e indipendente.
Un momento particolarmente intenso è stato l’intervista video al procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, condotta da Massimo Giannini.

Gratteri ha espresso forti riserve sulla riforma ministeriale, definendola inefficace nel risolvere le problematiche esistenti.

Ha sollevato interrogativi fondamentali sul rapporto tra giudici e avvocati, sottolineando come le recenti modifiche legislative, paradossalmente, rendano più arduo il processo di acquisizione delle prove.
La sua argomentazione centrale è la necessità di un pubblico ministero dotato di una solida cultura giuridica, capace di agire con autonomia e competenza.

Il tema del precariato nel giornalismo, cruciale per la vitalità del dibattito pubblico, è stato ripreso con forza da Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.
Ha denunciato il persistente disinteresse delle istituzioni nell’applicazione concreta dell’articolo 36 della Costituzione, che garantisce il diritto a una giusta retribuzione e condizioni di lavoro dignitose.
La realtà, purtroppo, è quella di giornalisti che percepiscono compensi irrisori, spesso inferiori a cinque euro a pezzo.
Costante ha inoltre stigmatizzato la mancanza di interventi efficaci per contrastare le querele temerarie, uno strumento utilizzato per intimidire e limitare la libertà di espressione.

Marcello Basilico, consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura, ha offerto una prospettiva acuta e critica, invitando a non lasciarsi ingannare dall’enfasi posta sulla separazione delle carriere come obiettivo primario della riforma.

Secondo Basilico, questo aspetto rappresenta una mera distrazione, celando un intento più insidioso: quello di colpire l’autonomia e l’operato del CSM stesso, organo fondamentale per la garanzia dell’indipendenza della magistratura.
Nella sua conclusione, Massimo Giannini ha invitato i presenti a considerare il contesto più ampio in cui si inserisce la riforma, delineando un quadro preoccupante.

Ha rilevato una tendenza al ritorno a un’impostazione del potere esecutivo che mira a dominare le altre istituzioni, un fenomeno che rischia di avvicinare l’Italia a modelli autoritari, compromettendo i valori democratici che la caratterizzano.
Il convegno, dunque, si è concluso con un appello alla vigilanza e alla difesa dei principi costituzionali, al fine di preservare l’indipendenza della magistratura e la libertà di informazione, elementi imprescindibili per una società giusta e democratica.

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