La città di Bari si unisce al coro di voci studentesche in tutta Italia, esprimendo con forza e determinazione la necessità urgente di un cambio di rotta nelle politiche educative nazionali.
La mobilitazione, che ha visto protagonisti Unione degli Studenti, Unione degli Universitari e Zona Franka, non è solo una protesta, ma un appello a riorientare le priorità di un governo accusato di erigere barriere economiche al diritto allo studio, privilegiando investimenti militari a scapito del futuro delle nuove generazioni.
Le richieste degli studenti baresi trascendono la mera lamentela; esse configurano un piano organico per la salvaguardia e il potenziamento del sistema di istruzione pubblica, inteso come motore di equità sociale e sviluppo economico sostenibile.
La denuncia di Sabrina Fanelli, coordinatrice Uds Bari, è chiara: la scuola rischia di trasformarsi in un privilegio riservato a pochi, un’assurdità in una società che si dichiara democratica e inclusiva.
L’investimento nella scuola pubblica non è una spesa, ma un investimento strategico che genera benessere collettivo, innovazione e progresso.
Ciò si traduce in interventi mirati alla sicurezza e alla funzionalità degli edifici scolastici, un aspetto spesso trascurato con conseguenze dirette sulla qualità dell’apprendimento, e in un adeguato sostegno economico alle famiglie per l’acquisto di materiale didattico, eliminando disuguaglianze che ostacolano il percorso formativo di molti studenti.
Le difficoltà incontrate dagli universitari baresi, amplificate dalla crescente gentrificazione e dalla trasformazione turistica della città, sono state portate all’attenzione del consigliere comunale Vito Lacoppola, che si è impegnato a istituire un tavolo di confronto con l’intera giunta comunale.
Questa iniziativa rappresenta un primo passo verso un dialogo costruttivo, ma richiede un impegno concreto e tempestivo per tradurre le richieste degli studenti in azioni concrete.
La soluzione proposta da Sahar Locaputo, coordinatrice Usu Bari, evidenzia una problematica sempre più sentita: l’aumento vertiginoso degli affitti rischia di rendere l’accesso all’istruzione superiore un’utopia per molti giovani.
Gennaro Cifinelli, presidente di Zona Franka, propone soluzioni innovative e lungimiranti, come l’implementazione di una “carta dello studente” che agevoli l’accesso alla cultura e al tempo libero, riconoscendo il ruolo cruciale dell’istruzione non solo come trasmissione di conoscenze, ma anche come strumento di crescita personale e civica.
L’idea di riqualificare spazi urbani in disuso per destinarli a laboratori didattici, biblioteche e aree studio rappresenta un’opportunità concreta per creare un ambiente più stimolante e accessibile per gli studenti, promuovendo al contempo la rigenerazione urbana.
La mobilitazione studentesca di Bari è un monito: il futuro del Paese si gioca sulle aule scolastiche e nelle università, e un investimento mirato e continuo in istruzione è l’unica via per costruire una società più giusta, equa e prospera.







