Un appello urgente alla responsabilità collettiva risuona nel Molise: lavoratori, amministratori locali, imprenditori, educatori e giovani, tutti chiamati a un fronte comune il 29 novembre a Termoli.
L’iniziativa, promossa con forza dalle organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Uglm, non è semplicemente una manifestazione, ma un atto di difesa del tessuto economico e sociale di una regione che si trova di fronte a una sfida cruciale.
Il cuore della questione è la crisi che attanaglia Stellantis, con profonde ripercussioni sullo stabilimento di Valle Biferno e, più in generale, sull’intero ecosistema industriale molisano.
Questo stabilimento non è solo un complesso di macchinari e linee di produzione; è il fulcro di una rete intricata di fornitori, di servizi, di competenze e di opportunità per migliaia di famiglie.
La sua potenziale chiusura o un drastico ridimensionamento avrebbero conseguenze devastanti, alimentando disoccupazione, impoverimento e spopolamento.
La mobilitazione di Termoli vuole sollevare un grido chiaro e inequivocabile a livello europeo e nei confronti stesso di Stellantis.
Non si tratta di un semplice richiamo a investimenti, ma di una richiesta di una visione strategica a lungo termine, una roadmap che delinei un futuro sostenibile per l’industria automobilistica molisana.
Si chiede una politica industriale proattiva, capace di anticipare le trasformazioni tecnologiche e di rispondere alle nuove esigenze del mercato.
L’automotive, in Molise come in altre regioni, è un settore trainante, un motore di crescita e di innovazione.
La sua salute è indissolubilmente legata alla prosperità di tutta la regione.
Lasciare che questo settore venga penalizzato significa compromettere il futuro di intere generazioni, condannando il Molise a un ruolo marginale in un’economia globale in rapida evoluzione.
La transizione tecnologica ed energetica, imperativa per un futuro sostenibile, non deve trasformarsi in un fattore di esclusione per il Molise.
Al contrario, la regione deve essere protagonista di questo cambiamento, beneficiando delle opportunità che ne derivano.
Questo richiede investimenti mirati, formazione professionale, sviluppo di nuove competenze e una politica di sostegno alle imprese innovative.
Essere presenti il 29 novembre non è solo un diritto, ma un dovere civico.
È un gesto di solidarietà verso chi lavora, verso chi rischia di perdere il lavoro, verso chi aspira a un futuro migliore.
È un atto di speranza, un messaggio chiaro che il Molise non si arrende, che vuole difendere il proprio futuro, il proprio lavoro e la propria identità.
È un investimento nel domani, un impegno a costruire una regione più prospera, più equa e più sostenibile per le generazioni a venire.







