La stagione estiva 2025 si conclude per i rifugi del Club Alpino Sudtirolese (AVS) con un bilancio complesso, segnato da un flusso di visitatori numeroso ma anche da comportamenti che mettono a dura prova la resilienza delle strutture e l’equilibrio delicato degli ecosistemi di alta quota.
La chiusura degli ultimi due rifugi, Radlseehütte e Tiefrastenhütte, sancisce la fine di un ciclo annuale dedicato alla gestione e alla cura di questi punti di riferimento cruciali per l’escursionismo alpino.
Il resoconto dei gestori, condiviso durante la consueta riunione di fine stagione, evidenzia un numero di pernottamenti sostanzialmente stabile, nonostante un luglio caratterizzato da un’intensità pluviometrica superiore alla media.
Questo dato, in apparenza positivo, nasconde le crescenti tensioni derivanti da un cambiamento di aspettative tra gli escursionisti.
Mentre molti rifugi hanno beneficiato di interventi di miglioramento e ristrutturazione, come il rinnovato rifugio Sesvenna, un tema emerge con forza: l’urgente necessità di promuovere una cultura del rispetto, un vero e proprio “galateo di alta quota” che vada oltre la semplice cortesia.
L’incremento delle aspettative dei visitatori, spesso incongruenti con la realtà delle strutture alpine, rappresenta una sfida significativa.
L’illusione di servizi paragonabili a quelli di un albergo moderno, in luoghi dove l’accesso all’acqua e all’energia è limitato e costoso, genera frustrazione e incomprensioni.
Martin Knapp, responsabile del reparto Rifugi e sentieri dell’AVS, sottolinea con chiarezza che la scarsità di risorse impone scelte pragmatiche e che l’aspettativa di acqua calda corrente, docce, connessione Wi-Fi e prodotti alimentari specifici è spesso irrealistica.
Questo disallineamento tra aspettativa e offerta sta erodendo il piacere dell’esperienza alpina e aumenta la pressione sui gestori, costretti a mediare tra le esigenze dei visitatori e le limitazioni ambientali.
Parallelamente, il problema delle prenotazioni – sia le cancellazioni improvvise che le mancate presentazioni – si rivela una spina nel fianco.
Prenotazioni effettuate con largo anticipo, poi annullate all’ultimo minuto senza giustificazione, e posti vacanti a causa di escursionisti assenti, comportano perdite economiche per i rifugi e impediscono ad altri di godere di quei posti.
Questo fenomeno, acuito dalla facilità di prenotazione online, sta spingendo i gestori a riconsiderare le politiche di cancellazione.
Martin Niedrist, collaboratore del reparto Rifugi e sentieri, conferma che l’introduzione di penali di cancellazione, affiancata alla possibilità di pagamento con carta di credito, sta diventando sempre più necessaria per garantire una gestione più equa e sostenibile delle risorse.
In definitiva, la stagione 2025 sottolinea la necessità di un ripensamento profondo del rapporto tra l’uomo e l’ambiente alpino.
Non si tratta solo di fornire un rifugio sicuro e accogliente, ma di educare i visitatori a comprendere la fragilità dell’ecosistema e l’importanza di un comportamento responsabile, promuovendo un turismo consapevole e rispettoso del territorio.
Il “galateo di alta quota” non è una questione di formalità, ma una condizione essenziale per la sopravvivenza dei rifugi e per la salvaguardia del patrimonio alpino.







