Roma si appresta ad accogliere la seconda edizione del Climate Pride, un’iniziativa nazionale di portata significativa, orchestrata da una rete vibrante di oltre ottanta associazioni e movimenti che convergono attorno a un imperativo condiviso: sollecitare azioni concrete e incisive per la giustizia climatica e sociale, in vista della cruciale COP30.
La manifestazione, concepita come un corteo urbano dinamico e coinvolgente, si distinguerà per la sua vivace atmosfera, arricchita da musica, performance artistiche originali, costumi suggestivi e installazioni creative che trasformeranno il tessuto urbano, da Piazzale Aldo Moro fino a largo Preneste.
Non si tratta semplicemente di una passeggiata, ma di una dichiarazione pubblica, un’espressione tangibile di una crescente preoccupazione e di una richiesta di cambiamento profondo.
In un’epoca segnata da eventi climatici estremi, tensioni geopolitiche e crescenti disparità socioeconomiche, il Climate Pride amplifica un appello urgente rivolto all’Unione Europea e ai governi di tutto il mondo.
L’obiettivo è incitare a un accordo internazionale audace e vincolante, volto a un’accelerata fuoriuscita dai combustibili fossili, accelerando la transizione verso un’economia decarbonizzata.
Questa transizione non può essere unilaterale; è imperativo che sia equa e inclusiva, fornendo sostegno finanziario e tecnologico ai Paesi più esposti agli impatti del cambiamento climatico, spesso coloro che hanno contribuito meno al problema stesso.
L’importanza di una transizione giusta va oltre l’aspetto economico.
Il Climate Pride lancia un monito severo contro la spirale di militarizzazione che affligge il panorama globale, chiedendo con forza che le risorse finanziarie siano deviate dalle spese militari e indirizzate verso la protezione del territorio, lo sviluppo di energie rinnovabili e l’assistenza alle comunità già devastate dagli effetti incalzanti della crisi climatica.
Si tratta di ripensare radicalmente le priorità, di riconoscere che la sicurezza vera e duratura non si ottiene con armi, ma con la salvaguardia del pianeta e la promozione della giustizia sociale.
La manifestazione si propone, dunque, come un catalizzatore di cambiamento, un invito a costruire un futuro più sostenibile, equo e pacifico per tutti.







