Un colpo al cuore dell’enologia umbra: l’Umbria esclusa dal Vinitaly e le conseguenze per il settoreUn evento dirompente scuote il panorama vitivinicolo umbro: l’esclusione della Regione dal Padiglione 2 del Vinitaly 2026, comunicata da Veronafiere, si configura come un grave autolesionismo per un comparto già alle prese con sfide complesse.
La consigliera regionale Donatella Tesei, con voce alta e preoccupata, denuncia un’assenza istituzionale che rischia di compromettere un decennio di lavoro e di visibilità costruiti con impegno e dedizione.
L’importanza del Padiglione 2, che ha rappresentato per anni un punto di riferimento strategico per oltre cinquanta aziende umbre, non può essere sottovalutata.
Non si tratta semplicemente di uno spazio espositivo, ma di un crocevia di relazioni, di opportunità di business, di promozione del territorio e della sua identità culturale.
La decisione di Veronafiere, presa in assenza di una presenza attiva e proattiva della Regione Umbria nei momenti decisivi – quelli immediatamente successivi alle edizioni precedenti, quando si definivano e si confermavano gli spazi per l’anno successivo – evidenzia una criticità nella gestione istituzionale che rischia di avere ripercussioni durature.
Ricorda la consigliera Tesei come, sotto precedenti gestioni regionali, fosse stato introdotto un padiglione completamente rinnovato, un esempio di innovazione e accoglienza che aveva generato risultati positivi e apprezzamento generale.
Oggi, l’incertezza sulla collocazione che verrà riservata all’Umbria, l’unica regione italiana a perdere uno spazio così prestigioso, amplifica l’allarme e solleva interrogativi urgenti.
La situazione si presenta particolarmente drammatica in un contesto già segnato da trend negativi.
La contrazione dei consumi interni, le tensioni geopolitiche che influenzano i mercati esteri e le nuove normative europee, spesso percepite come punitive nei confronti del settore vitivinicolo, aggravano le difficoltà strutturali del comparto.
I dati della Camera di Commercio parlano di prezzi delle uve crollati del 30-40%, con vigneti invenduti e produttori in difficoltà.
L’imminente pacchetto di misure Ue, che apre la strada all’estirpazione dei vigneti, alimenta timori di una desertificazione agricola che minaccia il cuore pulsante dell’economia umbra.
La partecipazione al Vinitaly non è un mero dettaglio logistico, bensì una vetrina strategica di primaria importanza per l’agricoltura, il turismo e l’immagine dell’Umbria nel mondo.
Perdere il Padiglione 2 significa compromettere la visibilità, limitare le opportunità di crescita e frammentare il tessuto produttivo.
Si tratta di un danno economico, ma anche un colpo all’orgoglio e alla capacità di rappresentare la qualità e l’unicità dei prodotti umbri.
La consigliera Tesei ha annunciato un’interrogazione urgente alla Giunta regionale, sollecitando chiarimenti sulle motivazioni di questa scelta penalizzante e chiedendo l’adozione di misure correttive immediate.
L’Umbria, in questo momento storico, non può permettersi passi indietro, ma ha bisogno di un sostegno concreto, di una presenza istituzionale forte e di una capacità di rappresentazione efficace che valorizzi il patrimonio vitivinicolo e le eccellenze del territorio.
La tutela dell’enologia umbra è una questione di identità, di sviluppo economico e di futuro per le nuove generazioni.







