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domenica 16 Novembre 2025

Gaza-Toscana: Un Ponte di Cura e Speranza per Bambini e Famiglie

Dalla Striscia di Gaza al cuore della Toscana: un ponte di cura e umanità.

Qaseb, un bambino di soli quattro anni, porta sulle spalle un fardello di sofferenza e privazioni, testimonianza diretta della devastazione bellica e della fragilità esistenziale che affligge la sua terra.

Insieme alla madre, Islam, ha trovato rifugio nella parrocchia di Sant’Agata in Arfoli, a Reggello, ospite della Fondazione Giovanni Paolo II, un’oasi di pace e assistenza in un contesto di emergenza globale.

La loro storia si intreccia con quella di un’altra famiglia palestinese, giunta da Gaza City settimane prima.

Questa famiglia, composta da padre, madre e quattro figli, è legata all’ospedale Meyer di Firenze da un nodo cruciale: la salute della figlia Nour, adolescente di diciassette anni, affetta da una patologia complessa che richiedeva cure specialistiche.
L’impossibilità di garantire tali cure in un contesto sanitario ormai collassato a Gaza, con ospedali distrutti e una carenza drammatica di farmaci e terapie, ha reso necessario l’intervento di un corridoio sanitario internazionale, un’iniziativa umanitaria che permette l’evacuazione dei casi più urgenti.
L’emergenza sanitaria a Gaza ha trasformato questa necessità medica in un passaporto per la salvezza, un’opportunità di accesso a cure vitali che altrimenti sarebbero state inaccessibili.
Dopo un periodo di osservazione e assistenza intensiva presso una struttura Caritas vicina all’ospedale Meyer, per garantire una risposta immediata alle loro esigenze mediche, la necessità di liberare posti letto ha reso indispensabile la ricerca di un nuovo alloggio.

È in questo scenario che la Prefettura di Firenze ha nuovamente fatto appello alla Fondazione Giovanni Paolo II.

Stefano Ermini, responsabile dell’accoglienza, ha trovato ospitalità nella parrocchia guidata da don Roberto Brandi, un luogo di accoglienza e solidarietà che si apre con generosità verso chi è in difficoltà.
L’arrivo di Qaseb e Islam ha rappresentato un momento di profonda emozione e partecipazione per la comunità di Sant’Agata in Arfoli, che li ha accolti con calore e disponibilità.

A dare il benvenuto ai nuovi ospiti, insieme alla comunità parrocchiale, erano presenti il sindaco di Reggello, Piero Giunti, l’assessore Adele Bartolini e Christine Hazboun, operatrice dell’accoglienza della Fondazione Giovanni Paolo II.
Originaria di Betlemme, Christine Hazboun svolge un ruolo cruciale come mediatrice linguistica e culturale, facilitando la comunicazione e l’integrazione tra le famiglie palestinesi e la comunità toscana.

La sua presenza sottolinea l’importanza del dialogo interculturale e della comprensione reciproca, elementi fondamentali per costruire ponti di solidarietà e speranza in un mondo segnato da conflitti e disuguaglianze.

L’accoglienza di Qaseb, Islam e delle altre famiglie palestinesi non è solo un atto di carità, ma un impegno concreto a difendere i diritti umani e a promuovere una cultura di pace e giustizia.

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