
Un Dialogo di Corpi e Parole: “Amore in(calco)labile” al Teatro San CarloDomenica 23 novembre, il Teatro San Carlo di Casalborgone si apre a una serata intensa e suggestiva, promossa dall’associazione La Gallina con il sostegno del Comune.
L’appuntamento, intitolato “Amore in(calco)labile”, rappresenta il secondo tassello di una stagione off che prelude alla ricca programmazione ufficiale in arrivo da gennaio, e si configura come un’esplorazione artistica corale, un intreccio di voci e corpi provenienti dal panorama culturale torinese.
Le immagini evocative di Barbara Calì accompagneranno il pubblico in questo viaggio emozionale.
Lo spettacolo, ideato e diretto da Paola Colonna, si pone come un atto di resilienza, un’indagine profonda sull’importanza delle arti come strumenti di denuncia e memoria nella lotta contro ogni forma di violenza sulle donne.
Non si tratta di una narrazione univoca, ma di un caleidoscopio di performance che, attraverso la danza, la musica, la parola e il gesto, amplificano le voci silenziate, rendendo tangibile l’esperienza del dolore e la forza della rinascita.
La serata si articola in tre momenti distinti, ciascuno con la propria identità e il proprio linguaggio, ma tutti accomunati da un filo conduttore di ricerca e sperimentazione.
Apre il sipario “I Buffoni di Corte”, con la loro performance “Passo a due sulle note di Shallow”.
Quest’azienda, attiva dal 2008, incarna un modello inclusivo e partecipativo, offrendo percorsi artistici, educativi e formativi rivolti a giovani, adolescenti e persone con disabilità.
La loro danza non è competizione, ma condivisione, un invito a superare le barriere e a lasciarsi trasportare dalle emozioni.
Sul palco, Celine Cusano, Valentina Calcagno, Gaia Chiapino, Mattia Perlo e altri talentuosi interpreti, creano un’atmosfera di leggerezza e sospensione, preludio alle tematiche più complesse che seguiranno.
A seguire, alle ore 18:30, la performance “A sproposito di…”, un’esplorazione del potere del linguaggio ispirata alle riflessioni di Bartezzaghi.
Il testo di Massimo Mavellia, interpretato insieme alla coreografa Edith Ben, analizza come le parole, apparentemente neutre, possano diventare strumenti di oppressione e ferite profonde.
La danza, in questo contesto, funge da contraltare, liberando il corpo dalle costrizioni del discorso e aprendo nuove prospettive di comprensione.
Il culmine della serata è rappresentato dalla performance di danza contemporanea “Amore in(calco)labile”, un’opera che affonda le sue radici nel testo autobiografico “La mia libertà” di Maria Teresa Ustia.
La coreografia e la regia di Paola Colonna trasformano le parole di Ustia in un linguaggio corporeo potente e commovente.
Elemento centrale della performance sono le sculture in gesso realizzate dall’artista Silvia Danesi, che avvolgono i corpi delle danzatrici, creando immagini evocative di fragilità, protezione, trasformazione.
Queste “impronte” sulla carne, questi calchi di corpi feriti e guariti, diventano metafore visive della resilienza femminile, del percorso verso la libertà e la rivendicazione della propria identità.
Roberta Crippa, Margherita Data-Blin, Mara Di Palma, Sofia Alessandra Leone e Lorella Loddo si fondono con l’opera, incarnando le esperienze di donne che hanno saputo reinventarsi, voltare pagina e abbracciare la propria forza.
L’ingresso è a offerta libera e consapevole, un invito a partecipare attivamente a un momento di riflessione e condivisione, in cui l’arte si fa strumento di cambiamento e di speranza.




