Domani si completerà un passaggio cruciale nel percorso di Autonomia Differenziata che coinvolge Lombardia e Veneto, con la firma di una pre-intesa tra il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, e i Presidenti delle due regioni, Attilio Fontana e Luca Zaia, in sequenza a Venezia e successivamente a Milano.
Questo atto, frutto di lunghe negoziazioni e di un quadro costituzionale complesso, segna un primo passo concreto verso una ridefinizione dei rapporti tra Stato e Regioni, aprendo la strada a una maggiore autonomia gestionale e finanziaria per le realtà territoriali che vi aderiscono.
La pre-intesa, focalizzata inizialmente su un nucleo ristretto di materie, esclude per ora la definizione dei Livelli Essenziali, Astensioni, Prestazioni e Livelli (LEP), elementi fondamentali per la successiva determinazione delle competenze trasferibili.
Le aree individuate per questa prima fase sono state scelte strategicamente per illustrare la fattibilità di un modello di autonomia regionale più flessibile, senza generare immediatamente conflitti di competenza o problematiche interpretative.
La Protezione Civile, in particolare, rappresenta un’area in cui una maggiore autonomia regionale può favorire una risposta più rapida ed efficace alle emergenze, sfruttando la conoscenza del territorio e la capacità di coordinamento a livello locale.
L’autonomia in materia di Professioni mira a semplificare e rendere più efficienti i processi di riconoscimento delle qualifiche e l’esercizio delle attività professionali, stimolando l’innovazione e la competitività.
La Previdenza Complementare e Integrativa, un settore in continua evoluzione, offre la possibilità di sperimentare modelli di gestione più orientati alle esigenze specifiche dei lavoratori regionali, integrando le prestazioni pubbliche con soluzioni private.
Infine, il coordinamento della Finanza Pubblica in sanità, oggetto di questa prima intesa, mira a definire meccanismi più efficienti per la gestione delle risorse destinate al sistema sanitario regionale, garantendo la sostenibilità del servizio e la sua adeguatezza alle necessità della popolazione.
Questa pre-intesa non costituisce un punto di arrivo, bensì un trampolino di lancio per un percorso più ampio e articolato.
Le successive fasi negoziali saranno dedicate alla definizione dei LEP, un passaggio delicato che richiederà un’attenta valutazione delle implicazioni giuridiche, finanziarie e sociali.
L’esperienza maturata in questa prima fase, con le aree selezionate, fornirà elementi utili per affrontare le sfide future e per costruire un modello di Autonomia Differenziata che sia realmente in grado di rispondere alle esigenze delle comunità locali, nel rispetto dei principi di solidarietà e di uguaglianza sanciti dalla Costituzione.
L’attenzione rimane alta, con il dibattito politico e accademico costantemente focalizzato sull’impatto di questa riforma istituzionale e sulla sua capacità di promuovere uno sviluppo più equilibrato e sostenibile per l’intero Paese.








