Bagnaia, Malesia amara: il sogno del triplete svanisce

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La Malesia si è tinta di amarezza per Pecco Bagnaia, una gara che prometteva un trionfale “triplete” – pole position, vittoria nella Sprint e affermazione in gara – si è conclusa con il pilota di Chivasso costretto al ritiro a pochi giri dalla conclusione, per un guasto tecnico che ha spento le sue speranze e quelle dei suoi tifosi.

Un epilogo amaro che ha segnato una stagione complessa, costellata di brillanti risultati ma anche di frustranti alti e bassi.
La Desmosedici GP, cavallo di battaglia di Bagnaia, ha tradito il pilota quando ormai la vetta era alla portata, lasciando spazio ad Álex Márquez (Ducati Gresini Racing) e al sorprendente Pedro Acosta (KTM) che si sono aggiudicati rispettivamente la prima e la seconda posizione.
La resa tecnica ha suscitato interrogativi e alimentato le speculazioni su una stagione che, pur ricca di potenziale, è stata continuamente interrotta da difficoltà di messa a punto e feeling incerto con la moto.
Bagnaia aveva preannunciato, senza fornire dettagli specifici, l’introduzione di modifiche alla sua Ducati, un tentativo di ottimizzazione volto a migliorare le prestazioni dopo un campionato che lo ha visto faticare a trovare la giusta sintonia con la moto di Borgo Panigale.

Queste modifiche, apparentemente, non hanno risolto i problemi strutturali che hanno portato al ritiro in Malesia.
Le dichiarazioni rilasciate dalla vigilia avevano rivelato la consapevolezza del pilota riguardo alle oscillazioni di performance che hanno caratterizzato la stagione: “Questa vittoria è per la squadra, che lavora davvero senza sosta.
In questa stagione stiamo alternando prestazioni eccellenti a momenti molto complessi, e tutti insieme stiamo cercando di capire la ragione di questi alti e bassi.

Dopo le difficoltà di ieri nel time attack abbiamo fatto delle modifiche che mi hanno aiutato, sia in qualifica che nella Sprint.

In gara abbiamo avuto un piccolo problema, che mi ha limitato solo in fase di staccata, ma sono comunque riuscito ad essere incisivo e ad avere un buon feeling”.
Parole che, a posteriori, assumono un significato ancora più profondo, testimoniando la difficoltà di domare una moto che sembra sempre pronta a riservare sorprese.

Il futuro di Bagnaia rimane saldamente legato alla Ducati, almeno fino al 2026.
Tuttavia, l’amarezza di questa gara e le difficoltà incontrate durante l’intera stagione sollevano interrogativi cruciali: quali modifiche sostanziali verranno apportate alla moto? Quale sarà il ruolo del pilota nella futura evoluzione della Desmosedici? E, soprattutto, come si potrà finalmente garantire a Bagnaia la costanza e l’affidabilità necessarie per contendersi il titolo mondiale in modo più sereno e vincente? La Malesia ha consegnato più domande che risposte, aprendo un nuovo capitolo di incertezza e speranze per il campione italiano.