La tragedia di Giulio Regeni: il dolore di una madre e la ricerca di giustizia

Durante l’audizione, Paola Deffendi ha descritto con dettagli struggenti il momento in cui si è trovata di fronte al corpo martoriato di suo figlio Giulio Regeni. La madre ha raccontato con voce ferma e commovente come abbia potuto vedere soltanto il viso di Giulio, coperto da un telo, mentre chiedeva disperatamente di poter vedere almeno i suoi piedi. Ma una suora le rispose freddamente che il figlio era ormai un martire, confermando così le atroci torture subite dal giovane ricercatore.Ricordando l’ultima conversazione avuta con Giulio via Skype, Paola ha rivelato i dettagli della loro ultima interazione prima della scomparsa del figlio. Giulio aveva parlato del significato simbolico del 25 gennaio al Cairo e aveva assicurato alla madre di aver fatto scorta di cibo per diversi giorni, cercando in qualche modo di tranquillizzarla.Il cuore spezzato della madre si è poi aperto nel raccontare come la terribile notizia della scomparsa sia giunta a lei e al marito: una telefonata straziante che li ha gettati nell’abisso dell’angoscia. Ricorda ancora la serenità con cui Giulio affrontava la vita in Egitto, anche durante periodi politicamente tumultuosi, trasmettendo loro fiducia e sicurezza.Il dolore profondo di Paola emerge quando rivela un incontro casuale con l’ambasciatore egiziano in aeroporto, durante il quale hanno chiesto informazioni sul processo in corso in Italia riguardante la morte di Regeni. L’ambasciatore sembrava essere a conoscenza della situazione e questo ha aggiunto ulteriore amarezza alla famiglia Deffendi.In mezzo a queste testimonianze toccanti emergono i segni indelebili dell’ingiustizia subita da Giulio Regeni e dalla sua famiglia, lasciando aperte ferite che tarderanno a rimarginarsi.