La recente riunione di monitoraggio dell’Accordo Quadro del 14 aprile 2025, presieduta al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e che ha visto la partecipazione congiunta di Fim, Fiom, Uilm e Uglm, ha evidenziato un quadro industriale complesso per Beko, con implicazioni significative per l’occupazione e lo sviluppo del tessuto produttivo italiano.
La denuncia delle organizzazioni sindacali non si limita a un mero riscontro di ritardi, ma si configura come un’analisi approfondita delle dinamiche in atto, segnate da un intreccio di fattori economici, strategici e sociali.
L’investimento di 49 milioni di euro nel 2025, pur rappresentando un impegno finanziario, appare insufficiente alla luce delle ambizioni dichiarate nel Piano Industriale 2025-27 e delle reali esigenze di modernizzazione e competitività del settore.
Tale dato, unito al calo generalizzato dei volumi produttivi, solleva seri interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine delle attività di Beko in Italia e sulla capacità di mantenere gli attuali livelli occupazionali.
Il fenomeno delle uscite incentivati, con 578 lavoratori su un totale di 1.284 previsti, rivela una riorganizzazione interna profonda, con particolare impatto su funzioni cruciali come ricerca e sviluppo, qualità, gestione della supply chain e staff.
L’utilizzo di contratti di solidarietà, sebbene temporaneamente allevi il peso della cassa integrazione per 264 persone, non può essere considerato una soluzione strutturale e non esclude la possibilità di ulteriori riduzioni di personale nel futuro.
La situazione del sito di Siena, con l’uscita di 64 lavoratori, è emblematica delle difficoltà incontrate nel processo di reindustrializzazione.
La dichiarata ricerca di un investitore, supportata da 9 soggetti interessati, è un segnale positivo, ma necessita di essere tradotta in azioni concrete e tempi certi.
La trasparenza e la collaborazione con le parti sociali sono elementi imprescindibili per il successo di questa operazione.
La multinazionale ha espresso l’intenzione di lanciare nuovi prodotti e promuovere una maggiore rotazione del personale in cassa integrazione, ma le criticità nelle strategie commerciali, derivanti dall’integrazione delle reti di vendita, necessitano di un’azione correttiva immediata.
L’annuncio di una campagna di marketing per i marchi Whirlpool e Hotpoint nel 2026 indica una presa di coscienza delle difficoltà attuali, ma non può cancellare le preoccupazioni relative al calo dei volumi, interpretato come sintomo di un disimpegno strategico più ampio.
Le organizzazioni sindacali, consapevoli della complessità della situazione, ribadiscono la necessità di un rilancio degli investimenti e di un rafforzamento della strategia commerciale, non solo per contrastare il calo dei volumi, ma soprattutto per preservare il futuro del settore industriale e tutelare i diritti dei lavoratori.
Il prossimo incontro di verifica, previsto per l’inizio del 2026, rappresenta un’occasione cruciale per monitorare l’evoluzione del Piano Industriale e per sollecitare azioni concrete da parte di Beko.
L’impegno delle parti sociali è rivolto a garantire un futuro sostenibile per l’azienda e per i suoi dipendenti, promuovendo un modello di sviluppo industriale basato sulla responsabilità sociale e sulla condivisione degli obiettivi.








