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martedì 18 Novembre 2025

Traffico rifiuti: rete criminale italiana-nigeriana smascherata

Un’operazione complessa e ramificata, condotta dai Carabinieri del Nucleo Forestale di Borghetto Vara, ha portato alla luce un sistema criminale transnazionale specializzato nel traffico illecito di rifiuti, con implicazioni che si estendono fino alla Nigeria.

Le indagini, coordinate dalla Distrettuale Antimafia di Genova, hanno disvelato una rete sofisticata che gestiva la demolizione abusiva di veicoli, lo stoccaggio incontrollato di materiali di scarto e, presumibilmente, la loro esportazione illegale verso l’Africa occidentale.

L’inchiesta, innescata da una denuncia che ha coinvolto 27 individui per una vasta gamma di reati ambientali, si è concretizzata in una perquisizione domiciliare e nel sequestro di aree di demolizione situate nei Comuni di Sarzana e Castelnuovo Magra.

Il bottino del sequestro è significativo: un numero considerevole di autovetture destinate alla demolizione, autocarri fuori uso e ingenti quantitativi di rifiuti di ogni tipo, accumulati in condizioni precarie e in palese violazione delle normative ambientali.
L’attività investigativa ha rivelato non solo la gestione illecita di rifiuti sul territorio nazionale, ma anche il coinvolgimento di cittadini nigeriani, presumibilmente complici nel processo di smaltimento finale.
Questa connessione internazionale sottolinea la natura transnazionale del crimine ambientale e la sua capacità di aggirare i confini, sfruttando le disuguaglianze economiche e la mancanza di controlli in altre nazioni.
La Procura di Genova ha assunto la direzione delle indagini, concentrandosi sull’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, un reato particolarmente grave che presuppone un’organizzazione strutturata e premeditata.
Sono state richieste e concesse cinque misure cautelari nei confronti di individui sospettati di essere figure chiave nella rete criminale, tra cui cittadini stranieri e italiani.

Un elemento cruciale dell’indagine è stata l’analisi forense dei dispositivi mobili sequestrati in precedenza.
Questa operazione ha permesso di ricostruire un sistema di fatturazione fraudolenta, attivo tra il giugno 2020 e il marzo 2023, che ha portato alla denuncia di undici persone per dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti.
Inoltre, l’analisi ha evidenziato potenziali attività di riciclaggio di denaro, ampliando ulteriormente lo spettro delle accuse.
L’emissione dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei quattordici indagati rappresenta un passo significativo verso il processo giudiziario.

L’indagato ritenuto il “cardine” dell’organizzazione si trova ad affrontare ben 27 capi d’imputazione, che includono, oltre al traffico illecito di rifiuti e alla gestione abusiva di scarti, anche reati di combustione illecita e demolizione non autorizzata.

L’operazione, in definitiva, testimonia l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro i crimini ambientali, un fenomeno sempre più complesso e dannoso per il pianeta e per la salute umana.

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