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martedì 18 Novembre 2025

Bologna: Il Teatro Riscrive il Carcere, Un Ponte di Umanità

Un Ponte di Arte e Umanità: Il Progetto “Uscire per Motivi Spettacolari” a BolognaA Bologna, un’iniziativa innovativa si propone di riscrivere il concetto di reinserimento sociale e di umanizzare un contesto spesso percepito come impermeabile: il carcere.

“Uscire per Motivi Spettacolari”, promosso dalla Camera Penale di Bologna Franco Bricola, con l’apporto cruciale dell’Osservatorio Diritti Umani, Carcere e Luoghi di Privazione della Libertà, e dell’attore Alessandro Bergonzoni, offre ai detenuti autorizzati a permessi premio o beneficiari di misure alternative alla detenzione l’opportunità di accedere gratuitamente a spettacoli teatrali.

L’iniziativa, sostenuta da una rete di istituzioni, magistratura, direzioni carcerarie e principali teatri cittadini (Teatro Comunale, Arena del Sole-Teatro delle Moline, Teatro Duse, Teatro Celebrazioni, Teatro Dehon e Oratorio San Filippo Neri), nasce da un’intuizione, da una conversazione che si è rapidamente trasformata in una collaborazione vibrante e proficua.
L’avvocato Luca Sebastiani, promotore dell’iniziativa, sottolinea come i teatri abbiano risposto con generosità, confermando la volontà di contribuire a un cambiamento concreto.

L’accesso alla cultura non è visto come un mero privilegio, ma come uno strumento essenziale per la riabilitazione e il recupero della dignità umana.

Permettere ai detenuti di condividere un’esperienza culturale, anche in compagnia di familiari o volontari, significa abbattere le barriere psicologiche e sociali che li separano dalla comunità.
Rappresenta un atto simbolico di apertura, un invito a superare le preclusioni e a riconoscere la potenziale umanità di chi si trova a scontare una pena detentiva.

La scelta del teatro come veicolo di cambiamento non è casuale.
L’arte, in tutte le sue forme, ha il potere di emozionare, riflettere, stimolare l’empatia e promuovere la comprensione reciproca.
Alessandro Bergonzoni, ispiratore dell’iniziativa, attinge al suo progetto “Viaggio nello spazio (in presenza di gravità)” per illustrare la distanza abissale tra il mondo carcerario e la società.
Questa distanza, percepita come quasi incolmabile, può essere ridotta dall’arte, che offre ponti di connessione e di speranza.
L’attore non si limita a proporre spettacoli teatrali, ma auspica un ampliamento dell’offerta culturale, con l’introduzione di opere d’arte visiva, concerti nei cortili carcerari e persino l’accesso alle voci dei bambini delle scuole, perché “il suono non è imprigionabile”.
L’iniziativa emerge in un contesto di grave sovraffollamento carcerario, con la struttura di Dozza che ha superato l’allarmante soglia degli 820 detenuti.

Questa situazione, diffusa in molti istituti italiani, rischia di replicare gli scenari che hanno portato alla sentenza Torreggiani della Corte Europea, evidenziando l’urgenza di risposte concrete e innovative per il sistema penitenziario.

“Uscire per Motivi Spettacolari” si pone come un contributo, seppur modesto, in questa direzione, promuovendo una visione più umana e costruttiva del carcere e del reinserimento sociale.

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