La Galleria dell’Accademia di Firenze celebra un’importante sinergia istituzionale con il Museo Archeologico Nazionale, arricchendo il proprio percorso espositivo con l’acquisizione temporanea di due pregevoli sculture in marmo di epoca classica: l’Apollo citaredo e un’enigmatica figura di Eroe nudo con corno.
Questa acquisizione, frutto di un accordo di valorizzazione tra le due istituzioni autonome del Ministero della Cultura, non si configura solamente come un ampliamento del patrimonio visibile, ma anche come un atto simbolico di collaborazione volta a promuovere una fruizione più ampia e consapevole del patrimonio archeologico toscano.
Le sculture, ora visibili in una cornice di raffinata eleganza neoclassica – un ambiente che in passato fungeva da vestibolo d’ingresso all’Opificio delle Pietre Dure sotto il dominio lorenese – si integrano armoniosamente con il preesistente nucleo di opere a tutto tondo.
L’aggiunta si lega a figure iconiche come la Venere che si arma, simboleggiando la forza femminile che prevale sulla guerra, e la statuetta di Venere, entrambe testimonianze della raffinatezza artistica dell’epoca.
L’allestimento è ulteriormente completato da una monumentale testa di Giunone, risalente al II secolo d.
C.
, che testimonia la maestria nella ritrattistica dell’età imperiale, un busto maschile che reinterpreta l’immagine dell’imperatore Antonino Pio, figura centrale della storia romana, e un busto femminile di gusto classicistico, che evoca l’ideale di bellezza femminile dell’antichità.
In preparazione a questo deposito temporaneo, le due sculture in marmo apuano, pregiato materiale utilizzato nell’antichità per la sua purezza e durata, hanno subito un delicato intervento di restauro conservativo.
Questo intervento non mirava a una ricostruzione, ma a preservare l’integrità dei materiali e a stabilizzarne lo stato di conservazione, garantendo la possibilità di godere di queste opere per le generazioni future.
Il restauro si è concentrato sulla pulitura delle superfici, la consolidazione delle lesioni e il controllo dei fattori ambientali che potrebbero influire sulla loro durabilità.
“Si tratta di una modalità di collaborazione istituzionale particolarmente felice e proficua,” sottolinea Andreina Contessa, Direttrice della Galleria dell’Accademia e Musei del Bargello.
“Permette di coniugare efficacemente tutela e valorizzazione, restituendo al pubblico due opere d’arte di straordinario valore, frutto di un accurato lavoro di restauro.
“Daniele Federico Maras, Direttore del Museo Archeologico Nazionale, evidenzia come questa iniziativa rappresenti un’occasione per mettere in rete due eccellenze culturali fiorentine, accomunate dalla volontà di creare una filiera unica che unisca la conservazione e la fruizione del patrimonio culturale, promuovendo una più ampia consapevolezza del ricco e complesso passato che ha plasmato l’identità della Toscana e dell’Italia.
La collaborazione si prefigge di andare oltre la mera esposizione delle opere, mirando a creare un percorso di scoperta e di apprendimento per visitatori di tutte le età.








