La Cgil ribadisce con fermezza il proprio appoggio alla mobilitazione indetta da Fiom, Fim e Uilm, un segnale di profonda preoccupazione e attiva opposizione alle decisioni che stanno condannando a un destino incerto uno dei pilastri dell’industria italiana: l’ex Ilva.
Il segretario generale Maurizio Landini non si limita a esprimere solidarietà agli operatori sindacali e ai lavoratori coinvolti, ma solleva una questione di portata strategica per l’intero Paese.
La decisione di procedere con la chiusura, sebbene presentata come un passo necessario per sanare criticità pregresse, appare miope e priva di una visione a lungo termine.
Non si tratta semplicemente di salvare un singolo sito produttivo, ma di salvaguardare un intero ecosistema industriale, un patrimonio di competenze e know-how che difficilmente potrà essere replicato altrove.
La chiusura improvvisa, senza un piano industriale alternativo solido e condiviso, rischia di innescare un effetto domino con conseguenze devastanti per l’occupazione, il tessuto sociale e l’economia locale.
Landini esorta il Governo a un cambio di rotta immediato, richiedendo il ritiro del piano in atto e sollecitando l’intervento diretto della Presidente del Consiglio.
Non si può più tollerare un approccio dilatorio e basato su promesse non mantenute.
È necessario un’azione decisa e mirata a promuovere investimenti concreti, a incentivare l’innovazione tecnologica e a garantire la competitività dell’industria siderurgica italiana nel contesto globale.
Il segretario generale della Cgil sottolinea che le parole non bastano.
Servono fatti, azioni concrete che dimostrino l’impegno del Governo a sostenere il sistema industriale nazionale e a proteggere i diritti dei lavoratori.
La crisi dell’ex Ilva non è un problema isolato, ma un sintomo di una più ampia riflessione necessaria sul futuro dell’industria italiana, sulla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di affrontare le sfide della transizione ecologica.
Un futuro sostenibile per il Paese passa attraverso un’industria forte, innovativa e capace di creare opportunità di lavoro dignitoso per tutti.
La mobilitazione sindacale è quindi un atto di responsabilità, un monito per le istituzioni e un appello alla coscienza civile di tutti gli italiani.








