La mobilitazione indetta da Fiom, Fim e Uilm trova il pieno appoggio della Cgil, un segnale di forte preoccupazione e richiesta di intervento urgente per il destino dell’area ex-Ilva e, più ampiamente, per la tenuta del tessuto industriale e occupazionale nazionale.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, non ha dubbi: la situazione attuale, caratterizzata da un rischio concreto di deindustrializzazione e dispersione di competenze preziose, esige una risposta che vada ben oltre la retorica e le promesse non mantenute.
Il piano governativo in atto, secondo Landini, si rivela insufficiente e inaccettabile, poiché non affronta le cause strutturali della crisi e rischia di condannare a un futuro incerto migliaia di lavoratori e le comunità che dipendono dalle attività produttive dell’area.
La chiusura, o una gestione inefficace, di un complesso industriale di tale portata non rappresenta semplicemente la perdita di posti di lavoro, ma l’erosione di un patrimonio industriale e tecnologico fondamentale per la competitività del Paese.
Landini sollecita, con forza, un intervento diretto e personale della Presidente del Consiglio, auspicando una leadership capace di trascendere gli interessi particolari e di assumersi la responsabilità di una visione strategica per il futuro del sistema produttivo italiano.
È necessario, con urgenza, abbandonare approcci frammentari e soluzioni palliative, privilegiando una politica industriale lungimirante che valorizzi le eccellenze del territorio, promuova l’innovazione tecnologica e garantisca la sostenibilità ambientale delle attività produttive.
L’appello non si limita alla mera richiesta di investimenti economici, sebbene questi siano imprescindibili.
È altrettanto cruciale promuovere un dialogo costruttivo tra le parti sociali, il Governo, le istituzioni locali e gli operatori economici, al fine di definire un modello di sviluppo industriale che tenga conto delle esigenze dei lavoratori, delle imprese e della comunità.
Un modello che non si limiti a preservare i posti di lavoro esistenti, ma che sia in grado di generare nuove opportunità di crescita e di creare un futuro prospero per le generazioni a venire.
La Cgil ribadisce con chiarezza che il futuro del Paese non può essere determinato da logiche di breve termine o da interessi privati.
È necessario un impegno collettivo e determinato per costruire un’economia più giusta, inclusiva e sostenibile, in grado di garantire a tutti i cittadini un futuro dignitoso e ricco di opportunità.
La mobilitazione in atto rappresenta quindi un tassello fondamentale di un percorso più ampio di rivendicazione e di lotta per i diritti dei lavoratori e per il futuro del Paese.








