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venerdì 21 Novembre 2025

Tod’s sotto inchiesta: sfruttamento in Cina e sospetti di reato.

L’inchiesta in corso a Milano, condotta dalla Procura con il pm Paolo Storari, getta una luce cruda e inquietante sulle dinamiche della produzione di lusso, scuotendo le fondamenta di Tod’s spa, icona del Made in Italy.
L’indagine, già in precedenza sfociata nella richiesta di amministrazione giudiziaria per l’azienda a causa di lacune nei controlli relativi alla filiera di subappalti in Cina, si è ora ampliata, rivelando presunte responsabilità non solo omissive, ma anche di natura dolosa a carico di tre dirigenti aziendali.
L’ipotesi di reato di caporalato, in un contesto di sfruttamento del lavoro che trascende i confini nazionali, ha portato l’azienda a essere formalmente inserita nel registro delle indagini, in relazione alla responsabilità amministrativa degli enti.
La richiesta al Giudice per le Indagini Preliminari, Domenico Santoro, di disporre un’interdittiva antimafia che impedisca a Tod’s di promuovere i propri prodotti per un semestre, come anticipato dal Corriere della Sera, sottolinea la gravità delle accuse e l’urgenza di interventi correttivi.

Le indagini, condotte dal Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri, hanno portato alla luce un quadro preoccupante.
I dirigenti di Tod’s, a quanto pare, avrebbero deliberatamente ignorato ripetute segnalazioni e risultati di ispezioni e audit, provenienti da opifici situati in diverse province cinesi – tra cui Milano, Pavia, Macerata e Fermo – e che documentavano chiaramente condizioni di lavoro inaccettabili.
Questi rapporti evidenziavano problematiche cruciali quali orari di lavoro estenuanti, retribuzioni inadeguate, assenza di misure di sicurezza, e alloggiamenti per i lavoratori in condizioni igieniche deplorevoli.
La consapevolezza delle irregolarità, unita alla loro sistematica omissione, suggerisce un approccio volto a massimizzare il profitto a costo di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto del lavoro.
Si tratta di un problema strutturale che va oltre la mera responsabilità individuale e che interroga il modello di produzione globale, dove la ricerca di manodopera a basso costo spesso si traduce in sfruttamento e abusi.
L’inchiesta Tod’s non è solo un caso giudiziario, ma un campanello d’allarme per l’intero settore del lusso, invitando a una profonda riflessione sulla necessità di rafforzare i controlli lungo la filiera produttiva, garantire la trasparenza e promuovere una cultura aziendale improntata al rispetto dei diritti dei lavoratori, indipendentemente dalla loro posizione geografica.
Il futuro di un marchio come Tod’s, simbolo di italianità e qualità, dipenderà dalla sua capacità di affrontare con coraggio e determinazione le accuse e di ricostruire un rapporto di fiducia con i consumatori e con l’opinione pubblica.
La vicenda pone interrogativi fondamentali sulla responsabilità sociale d’impresa e sulla necessità di una governance più attenta ai rischi etici e legali connessi alle catene di fornitura globali.

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