La vicenda giudiziaria che coinvolge Tod’s, già gravata da accuse di sfruttamento lavorativo e dall’iscrizione nel registro degli indagati ai sensi della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti (D.
Lgs.
231/2001), si arricchisce di nuovi elementi.
La società, in una nota ufficiale, fa sapere di stare analizzando con attenzione la documentazione recentemente presentata dal dottor Paolo Storari, sottolineando, con un velato accenno a possibili manovre, la peculiarità dei tempi in cui tali informazioni emergono.
L’indagine, che vede coinvolti tre dirigenti aziendali, ha assunto una dimensione particolarmente delicata a seguito delle recenti pronunce della Corte di Cassazione.
Quest’ultima, infatti, ha confermato la decisione di trasferire la competenza territoriale del procedimento di prevenzione, con richiesta di amministrazione giudiziaria, da Milano ad Ancona.
Tale spostamento, cruciale per lo sviluppo del caso, risponde a una valutazione legale che ridefinisce il luogo in cui le argomentazioni e le prove devono essere esaminate in merito alla potenziale gestione illegale del lavoro.
La richiesta di amministrazione giudiziaria, elemento centrale del procedimento, presuppone un intervento del giudice volto a sorvegliare e controllare l’organizzazione aziendale, garantendo il rispetto delle norme e prevenendo ulteriori illeciti.
La decisione della Corte di Cassazione, rigettando le istanze di mantenimento della competenza milanese avanzate dal dottor Storari, apre una nuova fase nel procedimento, potenzialmente con conseguenze significative per l’azienda.
L’iscrizione nel registro degli indagati ai sensi della legge 231/2001, lungi dall’essere una semplice formalità, implica un esame approfondito dell’organizzazione societaria per accertare se le condotte illecite siano state commesse nell’interesse o a vantaggio dell’ente e se siano configurabili come reato previsto dalla normativa.
Questo significa che la responsabilità della società non si limita alle azioni dei singoli manager coinvolti, ma può estendersi a una valutazione complessiva dei controlli interni, dei processi decisionali e del sistema di governance aziendale.
La posizione del dottor Storari, elemento chiave nel contenzioso, assume un significato particolare alla luce della decisione della Corte di Cassazione e delle sue successive azioni.
La società, pur ribadendo la propria collaborazione con le autorità giudiziarie, sembra sottintendere una critica implicita nei confronti dei tempi e delle modalità con cui il dottor Storari presenta nuove prove, suggerendo possibili intenti non del tutto trasparenti.
L’evolversi del caso Tod’s, con la sua complessa intreccio di aspetti legali, amministrativi e reputazionali, rappresenta un banco di prova per il sistema di responsabilità delle imprese in Italia e un monito sull’importanza di una governance etica e trasparente.
La vicenda sottolinea la necessità di un controllo efficace del fenomeno del caporalato e di una tutela rigorosa dei diritti dei lavoratori, anche all’interno di realtà aziendali di prestigio.









