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venerdì 21 Novembre 2025

Sequestro a Liberty Lines: indagine sui fondi regionali e 90 milioni a rischio.

Le attività di ricognizione finanziaria condotte dalla Guardia di Finanza hanno portato al sequestro preventivo delle partecipazioni azionarie della società Liberty Lines, nell’ambito di un’indagine complessa e articolata coordinata dalla Procura della Repubblica di Trapani.

L’inchiesta, che riapre un capitolo delicato nel panorama dei trasporti marittimi siciliani, si concentra sull’utilizzo di fondi erogati dalla Regione Siciliana per garantire i collegamenti veloci verso le isole minori, un tema già oggetto di scrutinio nel contesto dell’indagine “Mare Monstrum” risalente al 2017.
L’azione investigativa, di portata significativa, coinvolge un numero considerevole di persone fisiche e giuridiche, con 48 soggetti attualmente indagati.

Oltre alle due società, Liberty Lines S.
p.
A.

e Sns – Società di Navigazione Siciliana, sono interessate le dinamiche finanziarie e gestionali che hanno caratterizzato l’operatività del gruppo negli anni.

Il provvedimento di sequestro, calibrato sulla complessità del quadro aziendale, quantifica in oltre 90 milioni di euro il fatturato annuo generato da Liberty Lines, riflettendo l’importanza strategica del gruppo nel sistema dei trasporti regionali.

Il valore patrimoniale stimato, pari a 150 milioni di euro, sottolinea la rilevanza economica dell’azienda, che impiega più di 750 dipendenti, con un impatto significativo sull’occupazione nelle isole minori e nelle aree costiere della Sicilia.
La decisione della Procura di Trapani, pur nell’ottica di tutelare la legalità e accertare eventuali irregolarità, ha suscitato un’immediata reazione da parte dei legali che assistono Liberty Lines e dei suoi azionisti, rappresentati dagli avvocati Alfonso Furgiuele, Lorenzo Contrada e Giovanni Di Benedetto.

In una nota ufficiale, i difensori contestano la legittimità del provvedimento di sequestro, sostenendo che esso sia stato emesso in assenza dei presupposti di urgenza necessari e senza una motivazione adeguata che giustificasse l’adozione di una misura così incisiva.
Gli avvocati preannunciano quindi un’azione legale volta a contestare il provvedimento, invocando il diritto a un contraddittorio pieno e a una revisione dei presupposti che lo hanno determinato.

L’obiettivo è quello di ottenere la revoca del sequestro e il ripristino della piena operatività della società, minimizzando l’impatto negativo sulle attività commerciali e sui servizi offerti al pubblico.

La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla governance delle società di trasporto pubblico, sulla trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici e sulla necessità di rafforzare i controlli per prevenire fenomeni di distorsione del mercato e di abuso di potere.

La vicenda si preannuncia complessa e potenzialmente di lunga durata, con implicazioni significative per il futuro del trasporto marittimo in Sicilia e per l’affidabilità del sistema di finanziamenti pubblici.

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