L’avvio, previsto per il primo dicembre 2025, delle prime Case della Comunità in Friuli Venezia Giulia segna un punto di svolta nell’evoluzione del sistema sanitario regionale e nazionale.
Questa iniziativa, concretizzazione del Decreto Ministeriale 77/2022, rappresenta un tentativo strutturato di ridefinire l’assistenza territoriale, spostando l’attenzione dalla cura ospedaliera prevalente verso un modello più proattivo, preventivo e centrato sulla persona.
Le Case della Comunità non sono semplici ambulatori potenziati; si configurano come veri e propri poli di prossimità, progettati per intercettare e modulare la crescente complessità della domanda di salute.
In un contesto demografico caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle patologie croniche, la capacità di offrire un servizio continuativo, con la presenza garantita di figure mediche professionali h24, risulta cruciale per evitare sovraccarichi ospedalieri e garantire un’assistenza più appropriata.
L’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, ha sottolineato come la riattivazione di strutture ospedaliere chiuse in passato non costituisca la soluzione, bensì un approccio obsoleto, inadeguato alle mutate esigenze della società.
Il cambiamento impone una profonda riflessione sul ruolo delle strutture sanitarie, richiedendo un ripensamento dell’organizzazione del lavoro e una maggiore focalizzazione sulle patologie croniche e sulle emergenze complesse.
Le Case della Comunità offrono la piattaforma ideale per questo cambiamento.
La rete di Case della Comunità in Friuli Venezia Giulia si articola in due tipologie: *hub* e *spoke*.
Le Case *hub*, ubicate a Udine, Cividale del Friuli, Gemona, Codroipo, Latisana, Palmanova, San Daniele, Tarcento e Tarvisio, fungono da punti di riferimento territoriali, offrendo una vasta gamma di servizi specialistici.
Le Case *spoke*, situate a Cervignano, Manzano, Tavagnacco e Zugliano, ampliano ulteriormente la copertura, garantendo un accesso ancora più capillare all’assistenza.
Un elemento distintivo delle Case della Comunità è l’approccio multiprofessionale e integrato.
Oltre ai medici di medicina generale e specialisti, opereranno infermieri di comunità, fisioterapisti, assistenti sociali, psicologi e personale amministrativo, collaborando sinergicamente per rispondere ai bisogni sanitari e socio-sanitari non urgenti del cittadino.
Si prevede inoltre un ruolo attivo delle associazioni del territorio, che contribuiranno a promuovere il benessere individuale e collettivo, integrando l’offerta sanitaria con interventi di supporto sociale e di animazione comunitaria.
Questo modello di assistenza mira a promuovere la partecipazione attiva del cittadino, rafforzando il rapporto di fiducia tra paziente e operatore sanitario e favorendo un approccio più personalizzato e continuativo nella gestione della salute.
La sfida è quella di costruire un sistema sanitario più efficiente, equo e capace di rispondere alle esigenze di una popolazione in continua evoluzione.








