Sanità Marche: crollo servizi, dati Agenas a rischio crisi

L’analisi dei dati Agenas 2023, rielaborati dall’ufficio studi della Cgil Marche, dipinge un quadro preoccupante per il sistema sanitario regionale.

Tra il 2019 e il 2023, le prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Pubblico (SSP) nelle Marche hanno subito un significativo ridimensionamento, attestandosi a una diminuzione del 17,1%, equivalente a una perdita di 285.000 interventi.
Questa contrazione si discosta nettamente dal trend nazionale, che invece registra un modesto incremento del 2,5%, evidenziando una situazione di marcata debolezza nel contesto italiano.

Solo Sicilia, Molise e Sardegna presentano performance paragonabili in termini di riduzione dei servizi offerti.
Questa erosione delle prestazioni pubbliche non è un fenomeno isolato, ma genera conseguenze dirette e tangibili sull’accesso alla cura.

L’effetto domino si manifesta in un aumento esponenziale del ricorso a prestazioni erogate in intramoenia, ovvero fornite da professionisti privati all’interno delle strutture pubbliche.
In questo ambito, le Marche si posizionano al terzo posto a livello nazionale, seguendo Lombardia e la Provincia autonoma di Trento, con una percentuale di prestazioni intramoenarie pari al 14,8%.
Un dato particolarmente allarmante è rappresentato dalla gastroenterologia, dove il 55% delle prestazioni è fornito da privati all’interno di strutture pubbliche, un primato negativo a livello nazionale.
Analogamente, per le visite cardiologiche, la quota di prestazioni intramoenarie raggiunge il 38%, confermando una tendenza preoccupante.

La sostenibilità economica di questo modello è anch’essa oggetto di seria riflessione.

Nel 2023, il ricavo per prestazione intramoenaria per ogni mille abitanti nelle Marche ha raggiunto i 24.480 euro, superando di oltre il doppio la media nazionale fissata a 14.524 euro.
Questo dato suggerisce una crescente dipendenza da risorse esterne per garantire l’erogazione dei servizi sanitari, con potenziali implicazioni sulla gestione finanziaria complessiva del sistema.
L’incremento dei compensi privati potrebbe, a lungo termine, sottrarre risorse destinate ad altri investimenti strategici nel settore sanitario pubblico.

La situazione attuale non può essere considerata un semplice rallentamento, ma il segnale di una crisi strutturale che richiede un’azione immediata e mirata.
Giuseppe Santarelli e Loredana Longhin, rispettivamente segretario generale e membro della segreteria regionale della Cgil Marche, sollecitano l’assessore regionale appena eletto a implementare una “inversione di marcia”, auspicando un piano strategico di ripristino e potenziamento delle prestazioni pubbliche, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal privato e garantire un accesso equo e tempestivo alla cura per tutti i cittadini marchigiani.

È fondamentale un’analisi approfondita delle cause profonde di questa crisi, che potrebbero includere tagli indiscriminati al personale, difficoltà di reclutamento, obsolescenza delle infrastrutture e inefficienti processi di gestione.

Solo attraverso un approccio olistico e partecipativo sarà possibile ricostruire un sistema sanitario pubblico forte, resiliente e in grado di rispondere efficacemente alle esigenze della popolazione.

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