Graham Vick e *La Bohème*: un’eredità artistica al Comunale.

L’eredità artistica di Graham Vick, regista britannico spentosi prematuramente nel 2021, si rivela particolarmente illuminante attraverso la sua interpretazione de *La bohème* di Puccini.
Vick, in un’analisi penetrante, definiva l’opera come una “commedia umile”, sottolineando l’importanza di contestualizzarla in un contesto di quotidianità e realismo crudo, un’indagine profonda sulla precarietà dell’esistenza e sulla fragilità dei legami umani.

L’allestimento bolognese del 2018 e 2021, premiato con l’Abbiati, ora rifiorisce al Comunale Nouveau, dal 23 al 30 novembre, offrendo al pubblico una nuova occasione di confronto con una visione potente e innovativa.
A guidare l’Orchestra del Comunale è il direttore belga Martijn Dendievel, figura ormai consolidata nel panorama musicale bolognese, che debutta con il capolavoro pucciniano.

Il cast presenta una distribuzione articolata, con due differenti interpretazioni principali: Karen Gardeazabal e Stefan Pop nelle recite del 23, 26 e 30 novembre, e Melissa Purnell e Antonino Siragusa nelle recite del 25, 27 e 29 novembre.
A completare il quadro, Giuliana Gianfaldoni e Francesca Benitez, a turno nelle vesti di Musetta, Vittorio Prato e Luca Galli come Marcello, Andrea Piazza e Davide Peroni come Schaunard, e Davide Giangregorio e Adriano Gramigni nel ruolo di Colline.
La preparazione corale, affidata a Gea Garatti Ansini e Alhambra Superchi, è ulteriormente arricchita dalla presenza del Coro di Voci Bianche, a testimonianza dell’impegno del teatro verso la formazione dei giovani talenti.
La concezione registica di Vick, particolarmente significativa, si distingue per una reinterpretazione del dramma finale.
Mimì, lungi dall’essere accompagnata in un ultimo viaggio terreno, incontra la morte nella solitudine di una stanza spoglia, abbandonata da amici incapaci di sopportare il peso del dolore.

Questa scelta, apparentemente radicale, amplifica la sensazione di disillusione e la malinconia intrinseca all’opera, accentuando la sua risonanza emotiva e il suo impatto sul pubblico.
La Bohème, andata in scena per la prima volta al Regio di Torino il 1° febbraio 1896 sotto la direzione del ventinovenne Arturo Toscanini, riscosse un successo immediato, consacrando Puccini come uno dei più grandi compositori d’opera.
La sua arrivo a Bologna, pochi mesi dopo, sotto la stessa direzione di Toscanini, il 4 novembre, segnò l’inizio di una lunga e appassionata relazione tra il pubblico bolognese e l’opera.

L’allestimento di Vick, quindi, si pone come un omaggio a quell’originale impatto, ma lo rilegge alla luce delle sensibilità contemporanee, invitando a una riflessione più profonda sulla condizione umana, la perdita, e il significato dell’arte.

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