Artigiani Sardi a Rischio: Manovra Nazionale Minaccia l’Economia Locale

L’imprenditoria artigiana sarda, pilastro dell’economia isolana, solleva con crescente allarme una proposta legislativa inclusa nel progetto di Legge di Bilancio Nazionale per il 2026, una disposizione che minaccia di erodere la stabilità finanziaria di migliaia di aziende.
La norma in esame, se confermata, introdurrebbe restrizioni significative riguardo alla possibilità di compensare i crediti d’imposta con i debiti previdenziali e contributivi, con effetti potenzialmente devastanti per interi settori economici.

Attualmente, le imprese sarde, come quelle in tutta Italia, possono utilizzare i crediti d’imposta derivanti da bonus edilizi, incentivi per l’innovazione (Industria 4.0, Transizione 5.0, ricerca e sviluppo) e agevolazioni per il cinema, per saldare i propri oneri previdenziali e contributivi.
La nuova proposta, tuttavia, limiterebbe questa possibilità a partire dal 1° luglio 2026, consentendo la compensazione unicamente per i crediti d’imposta risultanti dalle dichiarazioni annuali.
Questo cambiamento normativo si configura come un colpo al cuore delle aziende del settore casa, in particolare quelle operanti nell’edilizia e nell’impiantistica, che hanno ampiamente fatto affidamento sulla possibilità di utilizzare lo sconto in fattura e i relativi crediti fiscali per gestire i propri impegni finanziari.
Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, sottolinea con fermezza che questa misura rischia di compromettere la pianificazione finanziaria delle imprese, esponendole al rischio di sanzioni per mancati versamenti e a una drastica riduzione della liquidità disponibile.
Le conseguenze si estendono ben oltre il comparto edile.
L’autotrasporto, ad esempio, vedrebbe bloccato un flusso di compensazioni per un valore stimato di quasi 1,8 miliardi di euro, derivanti principalmente dal rimborso delle accise sul gasolio.
La conversione di questi crediti, da immediatamente compensabili a esigibili in futuro, imporrà alle aziende un onere finanziario annuale di circa 56.000 euro, aggravando ulteriormente una situazione già complessa.
L’impatto negativo non si limita alla mera questione finanziaria.
La misura rischia di minare la fiducia delle imprese, frenando gli investimenti e compromettendo la capacità di innovazione.

L’utilizzo dei crediti d’imposta, infatti, ha incentivato la riqualificazione energetica degli edifici, l’adozione di tecnologie avanzate e lo sviluppo di progetti culturali, contribuendo alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro.

Confartigianato Imprese Sardegna, insieme ad altre associazioni di categoria, si batte con determinazione per un intervento correttivo in sede di approvazione del disegno di legge, al fine di preservare la disciplina vigente e tutelare la stabilità e la competitività delle imprese sarde.

L’auspicio è che si possa trovare una soluzione che tenga conto delle specificità del contesto economico isolano e che eviti di penalizzare un tessuto imprenditoriale fragile e fondamentale per lo sviluppo dell’isola.

La salvaguardia di questa opportunità di compensazione rappresenta, quindi, una priorità imprescindibile per il futuro dell’economia sarda.

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