Sitem Trevi: Ritirati i Licenziamenti, ma il Settore è a Rischio

Un’importante svolta ha segnato la vicenda relativa alla Sitem di Trevi, leader nella produzione di lamierini magnetici, con il ritiro formale, comunicato il 21 ottobre, della procedura di licenziamento collettivo che aveva coinvolto 36 unità lavorative del sito di Cannaiola di Trevi.
La decisione, raggiunta in sede di confronto tra l’azienda e le rappresentanze sindacali Fiom Cgil, Fim Cisl e Uil Uilm, disinnesca la vertenza avviata con lo sciopero proclamato il 29 ottobre, e apre la strada all’attivazione di misure di sostegno al reddito, gli ammortizzatori sociali, a partire dai primi giorni di dicembre.
Questo cambio di rotta non annulla la gravità della situazione che affligge il comparto metalmeccanico italiano.
La Sitem, come molte altre realtà del settore, si confronta con una congiuntura economica complessa, caratterizzata da fattori di pressione globali.

I dazi imposti dagli Stati Uniti, in particolare, hanno inciso significativamente sulla domanda di prodotti italiani, acuendo la sfida competitiva con Paesi come la Cina, dove i costi di produzione sono notevolmente inferiori e le politiche industriali spesso favoriscono un’aggressività commerciale difficile da contrastare.

La decisione aziendale di rinunciare ai licenziamenti, pur essendo accolta con favore dalle organizzazioni sindacali, si pone come un palliativo temporaneo.
L’attivazione degli ammortizzatori sociali, sebbene cruciale per preservare l’occupazione nel breve termine, non risolve le problematiche strutturali che affliggono il settore.

La dipendenza da mercati esteri volatili e la difficoltà a competere con modelli produttivi a basso costo richiedono un intervento strategico a livello nazionale.

Le rappresentanze sindacali sottolineano con forza la necessità di politiche industriali mirate, capaci di sostenere la competitività delle imprese italiane, anche quelle di piccole e medie dimensioni, e di promuovere l’innovazione tecnologica.
È imperativo un ripensamento delle strategie di sviluppo del settore metalmeccanico, che vadano oltre l’emergenza e che incentivino la creazione di valore aggiunto, la ricerca di nuovi mercati e la specializzazione produttiva.
La vicenda Sitem di Trevi, pertanto, si configura come un campanello d’allarme, un monito a non sottovalutare le fragilità del tessuto industriale italiano e l’urgenza di implementare misure concrete per garantire la sua resilienza e il suo futuro.
L’attenzione politica e l’impegno a livello istituzionale sono imprescindibili per affrontare le sfide globali e sostenere la crescita sostenibile del comparto metalmeccanico, preservando l’occupazione e il know-how accumulato in decenni di esperienza.
Il tavolo di confronto tra azienda, sindacati e istituzioni deve rimanere aperto, per monitorare l’evoluzione della situazione e individuare soluzioni innovative e durature.

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