Liguria si schiera contro la riforma della giustizia: nasce un Comitato per il “No” guidato da una figura emblematicaIn Liguria prende forma un fronte di opposizione alla riforma della giustizia, con la costituzione di un Comitato Territoriale dedicato al “No”.
La scelta di una figura di spicco per guidare questo sforzo di sensibilizzazione e opposizione sottolinea la gravità percepita delle modifiche proposte.
A presiedere il Comitato è la magistrata in pensione Alessandra Galli, una figura che incarna un profondo legame con la storia della magistratura italiana e con le ferite ancora aperte del terrorismo.
Figlia del giudice Guido Galli, barbaramente assassinato nel 1980 all’Università Statale di Milano da un commando di Prima Linea, Alessandra Galli ha ricoperto ruoli di primaria importanza sia come pubblico ministero che come giudice, operando in ambiti sia penali che civili.
Questa vasta esperienza professionale, così come la dolorosa esperienza personale, le conferisce una prospettiva unica e una profonda comprensione delle dinamiche che regolano il sistema giudiziario.
Il compito del Comitato, coordinato in sinergia con la sezione ligure dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), presieduta dal sostituto procuratore Federico Manotti, sarà quello di illustrare e argomentare in modo capillare le ragioni che ne giustificano l’opposizione.
Non si tratta di un rifiuto a priori di un miglioramento, ma di una profonda preoccupazione per le conseguenze potenzialmente destabilizzanti della riforma.
“Il sistema attuale, pur presentando margini di miglioramento, si fonda su un delicato equilibrio di forze e controlli reciproci,” commenta Galli.
“La riforma, a nostro avviso, rischia di indebolire uno di questi organi di garanzia, aprendo la strada a derive che privilegiano logiche di natura prevalentemente politica, a discapito dell’imparzialità e della trasparenza che devono contraddistinguere l’amministrazione della giustizia.
“La riforma, secondo l’ex magistrata, non affronta in modo efficace i problemi strutturali che affliggono il sistema giudiziario, come i tempi eccessivi dei processi o la necessità di correggere errori giudiziari.
Inoltre, non contribuisce a sradicare fenomeni consolidati come il correntismo, che mina la credibilità e l’efficienza della magistratura.
Con un velato riferimento al padre, vittima della violenza terrorista, Galli aggiunge: “Mi interrogo spesso su come mio padre giudicherebbe questa riforma, quali sarebbero le sue osservazioni.
Tuttavia, mi precludo di attribuirgli pensieri o affermazioni che non ho potuto sentire direttamente.
Ciò che mi ha insegnato è il rispetto incondizionato dei principi costituzionali, alcuni dei quali ancora irrealizzati e che non devono essere compromessi da scelte legislative affrettate.
“Il Comitato Territoriale si avvale della competenza di un gruppo eterogeneo di professionisti, tra cui i pubblici ministeri Andrea Ranalli e Matteo Gobbi, la giudice Paola Faggioni, il magistrato in pensione Roberto Braccialini e altri specialisti.
Si è inoltre previsto un coinvolgimento attivo della società civile, con la partecipazione del professore emerito Vincenzo Roppo e dei docenti universitari Massimo Ferrante e Mitja Gialuz, per garantire un dibattito ampio e informato.
La nascita di questo Comitato in Liguria testimonia una crescente preoccupazione all’interno della magistratura e nella società civile per l’impatto che la riforma della giustizia potrebbe avere sull’equilibrio dei poteri e sulla tutela dei diritti fondamentali.
Si prospetta un confronto acceso e un dibattito cruciale per il futuro del sistema giudiziario italiano.









