Uomo rientrato dall’Etiopia: sospetta febbre di Marburg in Piemonte.

Un uomo di ottantuno anni, proveniente dalla provincia di Asti, è stato recentemente ospedalizzato presso l’Ospedale Cardinal Massaia, sollevando una preoccupazione sanitaria di portata internazionale.

Il paziente, rientrato da un viaggio turistico in Etiopia, manifesta una sintomatologia acuta caratterizzata da febbre elevata e disturbi gastrointestinali, elementi che hanno innescato il sospetto di un’infezione da febbre emorragica di Marburg, una patologia virale particolarmente aggressiva e potenzialmente letale.
La decisione di ricoverare l’uomo è stata presa in via precauzionale, data la recente comparsa di focolai di febbre di Marburg in alcune aree visitate durante il suo soggiorno etiope.
La malattia, scoperta originariamente in Germania nel 1967, è causata da un virus appartenente alla famiglia dei filovirus, lo stesso di Ebola, e si trasmette tra gli esseri umani tramite contatto diretto con fluidi corporei infetti, superfici contaminate o tramite la filiera animale-uomo.
La gravità della situazione impone un protocollo di gestione rigoroso e multidisciplinare.
Il paziente è stato immediatamente isolato e posto sotto osservazione intensiva all’interno del reparto di Malattie Infettive, un’unità specializzata nella gestione di patologie ad alta trasmissibilità.
Il personale sanitario coinvolto ha adottato misure di protezione individuale avanzate, minimizzando al contempo il rischio di diffusione del virus, qualora l’infezione venisse confermata.

I campioni biologici prelevati, in particolare quelli ematici, sono stati con urgenza trasferiti all’Ospedale Spallanzani di Roma, un centro di riferimento nazionale per le malattie infettive emergenti, dotato di laboratori ad alta biosecurità e personale esperto nella diagnostica di filovirus.
L’analisi, che prevede test molecolari avanzati per l’identificazione del virus, è cruciale per confermare o escludere la diagnosi di febbre di Marburg e guidare le successive strategie terapeutiche.

L’evento sottolinea l’importanza della sorveglianza epidemiologica globale e della preparazione di sistemi sanitari a rispondere a minacce infettive transfrontaliere, acuite dai crescenti flussi migratori e turistici.

La febbre di Marburg, sebbene rara, è caratterizzata da un alto tasso di mortalità e richiede interventi tempestivi e coordinati per limitare la sua diffusione.
La situazione è in evoluzione e ulteriori aggiornamenti saranno forniti in base ai risultati degli esami diagnostici e alla valutazione clinica del paziente.
La trasparenza e la comunicazione efficace con la comunità sono elementi fondamentali per prevenire allarmismi ingiustificati e promuovere comportamenti responsabili.

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