Assoluzione Fuortes: la Corte ribalta la condanna per la morte di Varani

La sentenza della Corte d’Appello di Roma segna una svolta significativa nel caso che ha visto coinvolto Carlo Fuortes, ex sovrintendente del Teatro dell’Opera, accusato di responsabilità colposa nella morte di Oberdan Varani, addetto alle pulizie deceduto nel 2017.
La Corte, accogliendo l’appello presentato dalla difesa, ha emesso una sentenza di assoluzione, ribaltando la precedente condanna inflitta dal Tribunale di Roma.
L’assoluzione non si configura come una mera revisione formale, ma come il risultato di un’attenta disamina delle dinamiche che hanno portato alla tragica scomparsa.
La Corte ha evidenziato una cruciale lacuna informativa che ha gravato su Fuortes: l’ex sovrintendente non era stato reso partecipa dell’attività specifica svolta da Varani, attività che, per sua natura, non rientrava nei lavori programmati e preventivamente autorizzati.

Questa mancanza di conoscenza si è rivelata determinante per la decisione finale.
La vicenda solleva interrogativi complessi sulla responsabilità apicale e sulla corretta gestione dei rischi in contesti lavorativi di elevata complessità, come quelli tipici del settore culturale e dello spettacolo.

La figura del sovrintendente, in quanto vertice dell’organizzazione, è inevitabilmente esposta a responsabilità di garanzia, ma la sentenza sottolinea come l’imputabilità non possa estendersi a comportamenti o attività di cui non si era a conoscenza.

La difesa di Fuortes, rappresentata dagli avvocati Giulia dell’Aquila e Alessandro Gamberini, ha efficacemente argomentato come, nel corso del dibattimento, fosse emerso chiaramente che l’area in cui operava l’addetto alle pulizie fosse completamente distinta dai lavori autorizzati e supervisionati dal sovrintendente.

Quest’ultimo, infatti, aveva ricevuto informazioni precise e dettagliate sui lavori in corso e aveva diligentemente predisposto tutte le misure di sicurezza previste per la tutela dei lavoratori coinvolti in tali attività.

L’assoluzione di Fuortes, pertanto, non si traduce in un’inerzia di responsabilità, ma piuttosto in una chiara indicazione della necessità di una comunicazione interna efficace e trasparente, capace di garantire la piena conoscenza dei rischi e delle attività svolte in ogni area dell’organizzazione.

La sentenza apre un dibattito importante sulla definizione dei confini della responsabilità apicale e sulla necessità di bilanciare il dovere di vigilanza con il diritto di non essere accusati per eventi di cui non si era a conoscenza.

L’episodio evidenzia la necessità di un’analisi approfondita delle procedure interne e della loro applicazione concreta, al fine di prevenire il ripetersi di tragedie simili e assicurare un ambiente di lavoro sicuro per tutti.

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