Alle ore 18:55, i Campi Flegrei sono stati investiti da una significativa scossa sismica di magnitudo 3.0, un evento che rientra nella sequenza attiva che caratterizza l’area da tempo.
La sensazione del terremoto, percepita distintamente dalla popolazione, ha generato un’ondata di preoccupazione, soprattutto considerando che, solo tre ore prima, alle 15:04, un evento di magnitudo 2.2 aveva già anticipato un’inquietante senso di instabilità.
Questa recente attività sismica, sebbene non abbia provocato danni strutturali rilevanti, sottolinea la natura vulcanica e geodinamicamente complessa dei Campi Flegrei, una regione di profonda importanza scientifica e di elevata vulnerabilità.
Il fenomeno flegreo, infatti, non è semplicemente una questione di tremori occasionali, ma il manifestarsi di un vulcano spento, per lo più sommerso, che continua a rilasciare calore e gas dall’interno della Terra, alimentando un sistema di bradisismo – un lento innalzamento e abbassamento del suolo – che ne modifica costantemente la morfologia.
La sequenza sismica in corso è probabilmente legata a processi di risalita di magma o fluidi surriscaldati nel sottosuolo, che fratturano le rocce e generano le scosse.
La magnitudo 3.0, pur non essendo particolarmente elevata in termini assoluti, assume una rilevanza specifica nel contesto flegreo, dove la fragilità del territorio e la densità abitativa amplificano il potenziale impatto sulla popolazione e sulle infrastrutture.
Gli eventi sismici innescano reazioni complesse nel sottosuolo: modificano le pressioni interstiziali, influenzano la stabilità dei depositi vulcanici e possono riattivare faglie preesistenti.
Il monitoraggio costante, attraverso reti sismiche, gravimetriche e geodetiche, è quindi cruciale per comprendere l’evoluzione della sequenza e per prevedere eventuali cambiamenti di direzione o intensità.
Oltre al monitoraggio sismico, l’attenzione è rivolta anche alla dinamica del bradisismo.
Anche minimi cambiamenti nel livello del suolo, impercettibili nella vita quotidiana, possono segnalare variazioni nella pressione interna del vulcano e influenzare la probabilità di ulteriori eventi sismici.
La gestione del rischio vulcanico nei Campi Flegrei richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga geologi, sismologi, vulcanologi, ingegneri e le autorità civili, al fine di garantire la sicurezza della popolazione e la protezione del patrimonio culturale e ambientale.
La storia dei Campi Flegrei è costellata di eruzioni catastrofiche, e comprendere le dinamiche attuali è essenziale per mitigare i rischi futuri.








