Umbria, CER a rischio: la Regione lancia l’allarme al Governo.

L’Umbria si trova a fronteggiare una situazione critica per lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), un elemento chiave della sua strategia di transizione energetica.
La recente rielaborazione delle politiche nazionali, concretizzata in tagli al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e in modifiche al decreto “Transizione 5.0”, rischia di compromettere seriamente i progressi compiuti e di vanificare gli sforzi profusi a livello regionale.

L’assessore all’ambiente e all’energia, Thomas De Luca, ha espresso forte preoccupazione per la riduzione retroattiva di 23 milioni di euro destinati al finanziamento delle CER nei comuni di piccole dimensioni.

Questa decisione, unitamente alla mancata concessione di una proroga attesa, penalizza in modo particolare le realtà territoriali che proprio nelle CER vedono un’opportunità di sviluppo locale, di autonomia energetica e di resilienza economica.
Il decreto “Transizione 5.0”, in particolare, introduce una restrizione interpretativa che limita drasticamente la capacità delle Regioni di definire le aree idonee per l’installazione di impianti di produzione energetica rinnovabile.
La norma, apparentemente volta a tutelare il patrimonio culturale e paesaggistico, finisce per erigere barriere insormontabili, vanificando l’innovativa disposizione introdotta dalla legislazione regionale che garantiva la qualificazione automatica delle aree destinate alle CER in funzione dei fabbisogni comunitari.
Questa interpretazione restrittiva, lungi dall’essere conciliante con gli obiettivi di decarbonizzazione, rischia di soffocare l’iniziativa locale e di ostacolare la realizzazione di progetti di energia condivisa.
La Regione Umbria lancia un appello al Governo affinché riveda urgentemente queste scelte, riconoscendo il ruolo strategico delle CER non solo come fonte di energia pulita, ma anche come strumento fondamentale per la stabilizzazione dei consumi e per la modernizzazione del sistema energetico nazionale.

Le CER rappresentano un investimento nel futuro, in un modello energetico distribuito, partecipativo e sostenibile, e ogni ostacolo alla loro realizzazione si traduce in una perdita per famiglie, imprese e per l’intero territorio.

In risposta a questa situazione, la Regione Umbria si impegna a trovare soluzioni alternative per sostenere lo sviluppo delle CER, attraverso una riprogrammazione attenta dei fondi europei e un’analisi approfondita delle opportunità offerte dalla revisione a metà termine (Mid Term Review) degli investimenti negli interconnettori energetici.
Si tratta di un atto di responsabilità nei confronti dei cittadini e delle imprese umbre, per garantire che la transizione energetica sia un motore di crescita e di prosperità, e non un fardello da sostenere.
La Regione si propone di lavorare attivamente per superare queste criticità e di rafforzare il suo impegno verso un futuro energetico più pulito, equo e indipendente.

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