La drammatica situazione del reparto di chirurgia dell’ospedale Sant’Andrea della Spezia, segnalata dalla CGIL, solleva interrogativi urgenti sulla gestione e la manutenzione delle strutture sanitarie pubbliche.
L’impossibilità di regolare la temperatura ambiente, relegando pazienti vulnerabili e personale sanitario al freddo, non rappresenta un semplice disagio, ma una grave compromissione della qualità dell’assistenza e un’offesa alla dignità umana.
Questa emergenza termica non è un evento isolato, bensì il sintomo di un declino strutturale più ampio che affligge il sistema sanitario spezzino.
La segnalazione della CGIL, con le parole del segretario provinciale Luca Comiti e della segretaria della funzione pubblica Marzia Ilari, evidenzia una cronica carenza di investimenti e una serie di scelte strategiche inadeguate che, nel corso degli anni, hanno portato a un progressivo deterioramento delle infrastrutture.
Il freddo non è solo una questione di comfort; ha implicazioni dirette sulla salute dei pazienti, compromettendo la loro capacità di guarire e aumentando il rischio di complicazioni.
Il personale sanitario, esposto a condizioni di lavoro precarie, vede messa a dura prova la propria efficienza e la qualità delle cure erogate.
La pressione psicologica e fisica derivante da un ambiente di lavoro inadeguato incide negativamente sul benessere dei professionisti, con possibili ripercussioni sulla loro permanenza nel sistema e sulla capacità di attrarre nuovi talenti.
La responsabilità di questa situazione ricade sull’ASL 5, chiamata ad agire con la massima urgenza.
La risoluzione immediata del problema non è sufficiente; è necessario un cambio di paradigma nella gestione del patrimonio sanitario pubblico.
Un piano straordinario di manutenzione, non limitato alla semplice riparazione degli impianti di riscaldamento, ma volto a una revisione complessiva delle strutture, è imprescindibile.
Tale piano dovrebbe includere non solo interventi urgenti, ma anche una valutazione a lungo termine dell’efficienza energetica degli edifici, l’adozione di tecnologie innovative e la verifica della conformità alle normative in materia di sicurezza e accessibilità.
L’episodio del reparto di chirurgia dell’ospedale Sant’Andrea dovrebbe fungere da campanello d’allarme per l’intera comunità, spingendo istituzioni e cittadini a rivendicare un sistema sanitario pubblico efficiente, moderno e capace di garantire a tutti i cittadini un adeguato livello di assistenza, nel rispetto della loro dignità e dei loro diritti.
La salute non può essere un lusso, ma un diritto fondamentale da tutelare con investimenti mirati e una governance responsabile.








