Il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si erge come un monito e un appello alla coscienza collettiva.
In segno di profondo rispetto e solida vicinanza alle vittime, la Corte d’Appello di Napoli, in collaborazione con la Procura Generale e l’intero apparato giudiziario del Distretto, sospenderà le udienze alle ore 10:00 per un momento di silenzio, un gesto simbolico carico di significato.
Questa iniziativa non è un mero adempimento formale, bensì un’occasione imprescindibile per la riflessione e il rinnovamento dell’impegno contro la violenza di genere, una piaga sociale che dilania il tessuto civile con ferocia inaccettabile.
Il silenzio calato negli uffici giudiziari, nelle aule di discussione e negli spazi pubblici rappresenta una pausa necessaria per interiorizzare la gravità del fenomeno e per esaminare le radici profonde che lo alimentano: disuguaglianze culturali, stereotipi dannosi, dinamiche di potere iniquamente distribuite.
La magistratura e il personale della giustizia del Distretto non intendono limitarsi a un gesto commemorativo, ma ribadiscono l’impegno quotidiano a garantire la tutela dei diritti fondamentali, a promuovere la parità di genere e a contrastare ogni forma di discriminazione e abuso.
Un impegno che si traduce nell’ascolto attento e credibile delle vittime, nella valorizzazione delle loro testimonianze, spesso soffocate per anni dal silenzio e dalla paura.
La storia di queste donne è un patrimonio fragile e prezioso, un mosaico di sofferenze e di resilienza che merita di essere riconosciuto e onorato.
È un dovere morale e giuridico dare voce a chi è stato privato della propria dignità, restituire valore a narrazioni che troppo spesso sono state ignorate o minimizzate.
Un percorso complesso, che richiede sensibilità, competenza e un costante aggiornamento delle conoscenze, per affrontare le nuove forme di violenza che emergono nella società contemporanea, spesso celate dietro una patina di normalità.
Il silenzio del 25 novembre è un invito a interrogarci sulle cause profonde di questa violenza, a decostruire gli stereotipi che la giustificano, a promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.
È un monito a non dimenticare, a non rassegnarsi, a continuare a lottare per un futuro in cui ogni donna possa vivere libera da paura e violenza, nel pieno riconoscimento dei propri diritti e della propria dignità.
La giustizia non è solo un processo legale, ma un atto di umanità che si manifesta nell’ascolto, nella comprensione e nella tutela dei più vulnerabili.








