Ustica: Udienza decisiva, i parenti chiedono verità e giustizia.

Il 26 novembre si terrà a Roma un momento cruciale per le famiglie delle vittime della tragedia di Ustica: un’udienza presso la Procura, nella quale il magistrato sarà chiamato a decidere il destino delle indagini, aperte da diciassette anni e ora richieste in archiviazione.

La presidente dell’associazione “Parenti Vittime della Strage di Ustica”, Daria Bonfietti, ha espresso, in una conferenza stampa alla Camera, la ferma opposizione a questa decisione, sottolineando l’urgenza di perseguire la ricerca della verità.
Le 450 pagine del documento di archiviazione presentate dalla Procura, lungi dal dissipare i dubbi, ne sollevano di nuovi, introducendo elementi inediti che complicano ulteriormente il quadro della catastrofe.
La difficoltà di ricostruire con certezza la dinamica degli eventi e di identificare i responsabili materiali della caduta del DC-9 Itavia è alimentata dalla reticenza, o dalla scarsa collaborazione, di potenze internazionali come Francia, Stati Uniti e Regno Unito.

Questo atteggiamento ha portato il magistrato a ritenere di aver esaurito le proprie possibilità investigative, proponendo l’archiviazione.

Tuttavia, le nuove evidenze emerse dalle carte processuali rivelano aspetti inquietanti.
Vi è la certezza, documentata, della presenza della portaerei francese “Foch” nelle acque territoriali italiane nella notte della tragedia.
Parimenti, è accertata la conduzione di esercitazioni militari congiunte tra forze francesi e statunitensi a Grazzanise, nello stesso momento in cui il DC-9 si è inabissato.

Non meno rilevanti sono i nuovi elementi che suggeriscono un coinvolgimento, seppur indiretto, di personale militare italiano e del quartier generale della NATO (SHAPE).
La Bonfietti ribadisce che esistono ancora ampie possibilità di ottenere informazioni cruciali dalla Francia, attraverso ulteriori rogatorie investigative.

Tuttavia, con profonda amarezza, sottolinea come, in caso di mancato intervento da parte della magistratura, l’unica speranza risieda in un forte impegno politico da parte del governo italiano.
Questo impegno dovrebbe tradursi in una pressione costante e in richieste formali rivolte agli alleati – Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Belgio – che, nella notte della strage, disponevano di velivoli operativi nei cieli italiani.
L’associazione dei parenti, quindi, sollecita un cambio di rotta, una maggiore trasparenza e una collaborazione più proficua da parte di quei Paesi, uniti nel rifiuto di fornire risposte chiare e definitive sulla tragedia di Ustica, perpetuando un velo di mistero che offusca la verità e alimenta il dolore delle famiglie.
La giustizia, per loro, non può fermarsi.

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