Un’inchiesta complessa, orchestrata dalla Procura di Agrigento e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Canicattì, ha portato all’emissione di un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di dodici persone, sospettate di gravi irregolarità nella gestione dei rifiuti.
Le indagini, protrattesi nel tempo e caratterizzate da un’approfondita analisi di documentazione e testimonianze, hanno rivelato un sistema di gestione dei rifiuti profondamente distorto e potenzialmente dannoso per l’ecosistema e la salute dei cittadini.
Il quadro emerso traccia un ritratto inquietante di attività illecite perpetrate in contrada Buccheri, nel territorio di Canicattì.
Non si tratta di episodi isolati, bensì di una sequenza di azioni ripetute e sistematiche, che hanno coinvolto sia singoli individui che proprietari di aziende agricole e imprenditoriali.
Le pratiche accertate includono l’abbandono indiscriminato di rifiuti di vario genere, lo stoccaggio non autorizzato e, soprattutto, combustioni incontrollate di materiali, fra cui rifiuti speciali e pericolosi.
L’analisi degli inquirenti ha evidenziato come il sistema di gestione dei rifiuti, così operante, abbia deliberatamente bypassato le normative ambientali e le procedure di sicurezza.
L’accumulo incontrollato di rifiuti, spesso in aree non idonee, ha comportato un significativo rischio di contaminazione del suolo e delle falde acquifere, con potenziali ripercussioni sulla catena alimentare e sulla disponibilità di risorse idriche potabili.
La combustione illecita, a sua volta, ha rilasciato nell’atmosfera sostanze inquinanti altamente tossiche, con conseguenze dirette sulla qualità dell’aria respirata dalla popolazione e sull’aumento del rischio di patologie respiratorie.
La Procura di Agrigento sottolinea con particolare enfasi la gravità delle condotte contestate, che delineano un quadro di proficuo disinteresse verso la tutela ambientale e un’assoluta mancanza di responsabilità sociale.
L’inchiesta non si limita a sanzionare singoli comportamenti scorretti, ma mira a smantellare un sistema che ha permesso, per lungo tempo, di eludere i controlli e di operare in piena illegalità.
Le implicazioni ambientali e sanitarie, sebbene ancora in fase di quantificazione definitiva, prefigurano un danno di notevole entità, che richiede un intervento urgente e coordinato per mitigare gli effetti negativi e ripristinare un ambiente sano e sicuro per la comunità.
La Procura ha ora il compito di valutare la quantificazione del danno ambientale e la determinazione delle responsabilità penali.








