La suggestione di Fabio Capello, un’eco di successi passati, risuona profonda nel presente calcistico italiano.
Paragonare la Roma di Gian Piero Gasperini alla sua squadra di trionfatori del 2001 non è un esercizio di nostalgia fine a sé stesso, ma un’analisi perspicace che illumina un percorso di ricostruzione e affermazione.
Entrambe le squadre, a distanza di vent’anni, incarnano un progetto in divenire, una fase di transizione cruciale in cui la costruzione di un’identità solida e la ricerca di una mentalità vincente rappresentano le priorità assolute.
Capello, architetto di quel successo storico, individua nella compagine attuale di Gasperini i germi di una resilienza e una determinazione che ricordano da vicino la sua.
Non si tratta semplicemente di una questione di gioco, di schemi tattici o di singoli interpreti; la vera similitudine risiede nella capacità di instillare un carattere distintivo, una ferrea volontà di competere e, soprattutto, una continuità di risultati che, storicamente, si è dimostrata un’anomalia nella capitale.
La Roma, per sua natura, è una città di passioni contrastanti, di esaltazioni immediate e di delusioni altrettanto rapide, un contesto che rende la costruzione di un progetto a lungo termine un’impresa ardua.
La capacità di Gasperini di aver creato un ambiente di fiducia e di aver saputo valorizzare talenti come Soulé e Dybala, non è una mera abilità di allenatore, ma una profonda capacità di leadership.
Entrare nella mente dei calciatori, comprendere le loro aspirazioni, le loro insicurezze e trasformarle in motivazione e performance è un’arte sottile che richiede un’empatia e una visione strategica fuori dal comune.
Soulé, in particolare, rappresenta un esempio emblematico di come Gasperini riesca a far emergere il potenziale nascosto, a dare a giovani giocatori l’opportunità di esprimersi al meglio.
L’affermazione di Gasperini, secondo cui il piacere è racchiuso esclusivamente nella vittoria, rivela un approccio pragmatico e focalizzato sull’obiettivo.
Un’ambizione che, a detta di Capello, lo accomuna.
Questo tipo di mentalità, questa ossessione per il risultato, è un elemento fondamentale per la costruzione di una squadra vincente.
Non si tratta di negare il valore del gioco, dell’impegno o della crescita individuale, ma di mantenere sempre al centro l’obiettivo primario: la conquista.
In un ambiente competitivo come quello del calcio italiano, la capacità di focalizzarsi sulla vittoria, senza lasciarsi distrarre da fattori esterni, rappresenta un vantaggio strategico non indifferente.
La Roma di Gasperini, così come la Roma di Capello, è dunque un progetto in divenire, un percorso di crescita e di affermazione che, se perseguito con determinazione e coerenza, può portare a risultati straordinari.








