Genova, Piazza De Ferrari: un’onda di donne per dire Basta alla violenza

Un’onda di persone, oltre cento voci e corpi di diverse generazioni, ha invaso oggi Piazza De Ferrari a Genova, dando vita all’installazione performativa collettiva “Siamo molte, siamo una”.

L’evento, promosso dalla Regione Liguria in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, non è stato semplicemente una manifestazione, ma un atto di resilienza e una profonda riflessione sulla complessità del fenomeno della violenza di genere.
Un filo rosso, vibrante e continuo, ha tessuto un legame visibile tra i partecipanti, rappresentando la rete invisibile di esperienze, sofferenze e speranze che accomuna le donne.
La coreografia, magistralmente curata dal coreografo Matteo Addino, direttore della Naima Academy, ha trascendenza la semplice disposizione fisica, trasformando lo spazio pubblico in un palcoscenico di condivisione e di forza collettiva.

Non si è trattato di una mera esecuzione coreografica, ma di un’espressione corporea di un sentire comune, un grido silenzioso di chi ha subito, di chi sostiene e di chi lotta.

L’Assessore alle Pari Opportunità della Regione Liguria, Simona Ferro, ha sottolineato come l’iniziativa si inserisca in un più ampio disegno regionale volto a contrastare la violenza di genere, che va ben oltre la Giornata Internazionale.

Il nodo cruciale risiede nella costruzione di una cultura della responsabilità condivisa, che coinvolga istituzioni, scuole, comunità e singoli individui.
L’impegno regionale si declina in un investimento concreto: oltre due milioni di euro destinati a CAV (Centri Antiviolenza) e CUAV (Centri per Uomini Autori di Violenza) nel 2025, un segnale tangibile dell’importanza attribuita a questi servizi essenziali.

Ma l’azione regionale non si ferma al finanziamento.

Si tratta di un approccio multidimensionale che include il riconoscimento del ruolo cruciale delle operatrici dei Centri Antiviolenza, il rafforzamento del fondo nazionale per il Reddito di Libertà con risorse regionali e lo sviluppo di iniziative innovative per prevenire la violenza economica, con un focus particolare su convegni, incontri formativi e percorsi di educazione finanziaria.

Quest’ultima dimensione, spesso trascurata, riconosce come la dipendenza economica sia uno strumento di controllo e oppressione nelle relazioni abusive.

La presenza di rappresentanti istituzionali, operatori dei Centri Antiviolenza e dei Centri per uomini autori di violenza, a fianco di cittadini e cittadine, ha sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare.
La testimonianza di Maila Micheli, giovane spezzina che ha avuto il coraggio di condividere la propria storia di sopravvivenza, ha avuto un impatto emotivo profondo, ricordando a tutti che dietro ogni statistica si celano storie di persone reali, con sogni infranti e speranze riaccese.

La sua voce, un faro nella notte, ha illuminato la necessità di un cambiamento culturale radicale, che promuova il rispetto, l’empatia e la parità di genere.

L’evento non è stato solo un momento di denuncia, ma un seme di speranza, un invito a costruire un futuro libero dalla violenza, dove ogni donna possa sentirsi sicura, valorizzata e libera di realizzare il proprio potenziale.

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