L’evoluzione incessante delle tecnologie digitali, con particolare riferimento all’intelligenza artificiale, solleva interrogativi cruciali riguardo alla salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini italiani.
Contrariamente a narrazioni spesso alimentate da allarmismo e fantascienza, l’implementazione di strumenti di analisi dei dati a fini fiscali non implica, di per sé, una compressione delle libertà individuali.
Questa affermazione, ribadita dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, durante un importante convegno dedicato all’innovazione nel sistema fiscale, si pone come argine a visioni distopiche di un “grande fratello fiscale” onnisciente e intrusivo.
È fondamentale comprendere che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel contesto della fiscalità non si configura come un processo automatizzato e infallibile in grado di identificare in modo univoco i soggetti evasori.
L’idea di un “pulsante magico” in grado di generare una lista predefinita di colpevoli è un’astrazione priva di fondamento tecnico e operativo.
L’analisi dei dati, anche quando supportata da algoritmi sofisticati, rappresenta uno strumento investigativo, un punto di partenza per attività di controllo che richiedono sempre un’attenta valutazione umana e il rispetto delle garanzie processuali.
La sfida, dunque, non risiede tanto nell’evitare l’adozione di nuove tecnologie, ma nel garantirne un utilizzo responsabile, trasparente e nel pieno rispetto dei principi costituzionali.
Ciò implica la necessità di definire con precisione i parametri di analisi, di assicurare la correttezza e la qualità dei dati utilizzati, e di istituire meccanismi di controllo e di ricorso efficaci per i contribuenti.
La trasparenza algoritmica, ovvero la capacità di comprendere come un algoritmo giunge a determinate conclusioni, assume in questo contesto un’importanza strategica.
Inoltre, è essenziale un approccio proattivo nella formazione del personale dell’Agenzia delle Entrate, affinché sia in grado di interpretare correttamente i risultati delle analisi algoritmiche e di esercitare il proprio giudizio con equilibrio e imparzialità.
L’intelligenza artificiale deve essere considerata uno strumento di supporto decisionale, non un sostituto del giudizio umano.
L’innovazione nel sistema fiscale non può prescindere da un dialogo aperto e costruttivo tra istituzioni, esperti, associazioni di categoria e cittadini.
Solo attraverso un confronto ampio e condiviso sarà possibile definire un quadro normativo e operativo che consenta di sfruttare appieno il potenziale delle nuove tecnologie, garantendo al contempo la tutela dei diritti e delle libertà individuali.
In sintesi, la tecnologia, se utilizzata con saggezza e sotto stretto controllo democratico, può rappresentare un alleato prezioso nella lotta all’evasione fiscale, senza compromettere i valori fondanti della nostra Costituzione.








