06 febbraio 2025 – 09:40
Il panorama delle imprese nella regione della Valle d’Aosta al 31 dicembre 2024 si presenta con un totale di 12.376 unità, registrando una leggera diminuzione dello 0,02% rispetto all’anno precedente, equivalente a -3 imprese. Questo dato è stato reso noto dalla Chambre valdotaine attraverso una nota ufficiale, sottolineando che nel corso del 2024 sono state fondate 671 nuove aziende (rispetto alle 685 del 2023 e alle 627 del 2022), mentre le chiusure non obbligatorie sono state pari a 656 (rispetto alle 592 del 2023 e alle 577 del 2022), generando un saldo positivo di +15 imprese. Questa tendenza positiva, se confrontata con i dati degli anni precedenti, evidenzia una dinamicità incoraggiante nel tessuto economico della regione.Il tasso di crescita complessivo si attesta a +0,12%, in calo rispetto all’anno precedente (+0,76%) e al biennio precedente (+0,41%), risultando inferiore sia alla media nazionale (+0,62%) che alla performance della regione nord-ovest (+0,69%).Analizzando i diversi settori economici rispetto al periodo precedente, emerge una crescita significativa nei servizi alle imprese (+1,85% e +30 aziende), nelle costruzioni (+0,54% e +13 aziende) e nel turismo (+0,22% e +4 aziende). Si registra invece un lieve calo nell’agricoltura (-0,68% e -10 aziende) e nell’industria (-1% e -9 aziende), mentre il settore commerciale continua a incontrare difficoltà con una diminuzione del -2,04% corrispondente a -39 imprese.Il Presidente della Chambre valdotaine Roberto Sapia commenta i dati relativi al 2024 sottolineando la resilienza numerica dell’imprenditoria locale. Tuttavia, l’aumento delle cessazioni richiede un’attenta riflessione sul futuro del comparto imprenditoriale valdostano. Le costruzioni rimangono trainanti nonostante la fine degli incentivi statali.Inoltre, si evidenziano positivi sviluppi nei servizi alle imprese e nel settore turistico. Al contrario, preoccupano le difficoltà riscontrate nell’agricoltura e nell’industria manifatturiera dovute all’incertezza sui mercati internazionali e ai costi delle materie prime ed energia. In particolare il settore commerciale fatica ad invertire la tendenza al calo delle attività imprenditoriali.