Le recenti analisi genetiche, condotte dalla perizia affidata alla dottoressa Albani, proiettano una luce inedita sulle dinamiche investigative relative al delitto di Garlasco, concentrando l’attenzione sulla figura di Andrea Sempio.
I risultati, oggetto di studio approfondito da parte della Procura di Pavia e condivisi, almeno in parte, dalle strategie difensive di Stasi, suggeriscono un’elevata probabilità di compatibilità genetica tra la linea maschile della famiglia Sempio e un profilo estratto da un campione biologico rinvenuto su un dito di Chiara Poggi, la giovane vittima.
Questo dato, cruciale per la ricostruzione degli eventi, non costituisce una prova univoca di colpevolezza, ma rappresenta un elemento significativo da valutare nel contesto più ampio dell’indagine.
La compatibilità genetica, infatti, può derivare da diverse relazioni e non esclude a priori altre ipotesi.
La perizia Albani, dunque, non si limita a una mera constatazione di corrispondenza, ma fornirà una valutazione complessiva, tenendo conto delle limitazioni intrinseche dell’analisi del DNA e delle possibili fonti di errore.
Parallelamente, l’assenza di corrispondenze significative tra il cosiddetto “Ignoto 2” – un profilo genetico precedentemente individuato e ancora di incerta identità – e i campioni prelevati da Stasi, dagli amici del fratello di Chiara Poggi e da altri soggetti coinvolti, rafforza l’esclusione di un coinvolgimento diretto di queste persone nell’omicidio.
Questa assenza di collegamento genetico si configura come un elemento di chiarimento, restringendo il campo delle possibili connessioni e concentrando l’attenzione sulle piste investigative ritenute più promettenti.
La complessità dell’analisi del DNA impone una rigorosa cautela nell’interpretazione dei risultati.
La perizia Albani, con la sua valutazione finale prevista per il 5 dicembre, mira a fornire una lettura accurata e ponderata, delineando i margini di errore, le possibili spiegazioni alternative alla compatibilità riscontrata e le implicazioni di questi dati nel quadro generale dell’indagine.
Si tratta di un passaggio fondamentale per consentire alla giustizia di operare con la massima precisione e trasparenza, nel rispetto dei diritti di tutti i soggetti coinvolti.
L’attenzione è ora rivolta alla disamina metodologica della perizia e alla sua capacità di illuminare ulteriormente le zone d’ombra che ancora avvolgono la tragica vicenda di Garlasco.




