Interrogazione urgente in Assemblea Legislativa dell’Umbria: Analisi approfondita della situazione economico-finanziaria del Servizio Sanitario RegionaleL’Assemblea Legislativa dell’Umbria ha affrontato oggi un acceso dibattito, innescato dall’interrogazione a risposta immediata presentata dai consiglieri Eleonora Pace, Paola Agabiti e Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia).
Al centro della discussione, la complessa situazione economico-finanziaria delle quattro Aziende Sanitarie (AS) umbre: l’Azienda Ospedaliera “Santa Maria della Misericordia” di Perugia, l’Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di Terni, l’AS Umbria 1 e l’AS Umbria 2.
La Presidente della Giunta Regionale, Stefania Proietti, ha fornito un quadro dettagliato, sottolineando come l’esercizio 2025 sia caratterizzato da una notevole complessità.
Tale complessità deriva in parte da un accordo in sospeso, datato 24 novembre, che definisce i criteri di ripartizione di quote significative del Fondo Sanitario Nazionale (FSN).
Questo accordo, ancora privo di formale sottoscrizione, incide direttamente sulla stabilità finanziaria delle AS.
Il disavanzo, attualmente, si configura come la differenza tra le spese sostenute nel 2024 e le risorse finanziarie derivanti dal FSN.Un elemento di potenziale miglioramento è rappresentato dalla “quota premiale”, una somma una-tantum che varia annualmente e che, nel 2025, risulta incrementata grazie all’adozione di un nuovo criterio, la cosiddetta “dispersione territoriale”.
Quest’ultimo, frutto di anni di richieste provenienti da Regioni umbre e da altre realtà territoriali, mira a compensare le disparità nell’accesso ai servizi sanitari in aree geograficamente isolate o con particolari esigenze demografiche.
Nonostante queste potenzialità, Proietti ha evidenziato un divario allarmante tra la crescita della spesa sanitaria, registrata con un aumento del 4% nel 2024, e lo stanziamento, cresciuto solo dell’1.35%.
Questo gap si aggrava ulteriormente, portando la quota del FSN destinata all’Umbria a ridursi all’1%, a causa dei criteri di ripartizione attualmente in vigore.
L’analisi preliminare, relativa al terzo trimestre del 2025, indica una situazione in linea con quella del 2024, ma una valutazione completa e affidabile potrà essere effettuata solo nel quarto trimestre, con la contabilizzazione finale dell’esercizio, prevista per febbraio-marzo 2026.
Un ulteriore fattore di incognita è rappresentato dalla mobilità sanitaria interregionale, stimata in 50 milioni di euro per il 2025 e che, inevitabilmente, contribuisce ad accentuare il disavanzo.
Per gestire questa situazione, la Direzione Regionale ha istituito una cabina di regia dedicata alla governance della spesa e all’efficientamento, con l’obiettivo di monitorare mensilmente l’andamento finanziario e di avvalersi del supporto di gruppi di lavoro specializzati, come quello dedicato alla gestione dei farmaci.
La consigliera Pace ha espresso forte disappunto per la mancanza di dati specifici e aggiornati, sottolineando come l’assenza di trasparenza alimenti la preoccupazione per la reale situazione finanziaria.
Ha inoltre criticato l’utilizzo, in passato, del disavanzo strutturale delle AS per annunciare un presunto “buco” di bilancio da 243 milioni di euro, un’affermazione che, a suo dire, non si è mai concretizzata.
Pace ha inoltre richiamato l’attenzione sulla persistenza della mobilità passiva, un indicatore di come i cittadini umbri continuino a rivolgersi a strutture sanitarie di altre regioni.
Ripercorrendo i punti chiave dell’atto ispettivo, Pace ha ricordato che la Regione Umbria esercita la propria responsabilità nella gestione del Servizio Sanitario Regionale attraverso le quattro AS, sottolineando l’obbligo di garantire la veridicità, la completezza e la tempestiva pubblicazione dei bilanci.
Questo principio, fondamentale per la trasparenza e il controllo democratico, è essenziale per orientare le politiche regionali in materia di sanità pubblica.
In conclusione, l’interrogazione ha sollevato questioni cruciali sulla sostenibilità del sistema sanitario umbro, evidenziando la necessità di una gestione finanziaria più trasparente, efficiente e orientata al miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini.
L’attesa dei dati definitivi, previsti per il primo trimestre del 2026, resta carica di incertezza, mentre la necessità di affrontare il disavanzo strutturale rimane una priorità assoluta.






