Sanità italiana: Agenas evidenzia criticità e opportunità di miglioramento

Il Sistema nazionale di valutazione delle performance delle aziende sanitarie e ospedaliere, recentemente pubblicato da Agenas, dipinge un quadro complesso e articolato del Servizio Sanitario Nazionale.
Sebbene si rilevi un incoraggiante rafforzamento delle attività di screening e un miglioramento dell’organizzazione territoriale, le criticità legate all’accessibilità ai servizi ospedalieri, in particolare per interventi programmati e pronto soccorso, persistono e richiedono un’attenzione urgente.
L’analisi di Agenas mette in luce una dicotomia significativa: il potenziamento dell’assistenza territoriale, elemento cruciale per la prevenzione e la gestione di patologie croniche, coesiste con una situazione di difficoltà per le strutture ospedaliere, soprattutto in termini di tempi di attesa e di gestione dei flussi di pazienti.

Questa disomogeneità evidenzia la necessità di un ripensamento strategico del sistema, volto a ottimizzare l’integrazione tra assistenza territoriale e ospedaliera.
Un elemento particolarmente preoccupante è rappresentato dai tempi di permanenza prolungati nei pronto soccorso.

La percentuale di accessi che superano le otto ore di attesa, ampiamente al di sopra dei target raccomandati, segnala un sovraccarico strutturale e una potenziale carenza di risorse umane e infrastrutturali.

Il Policlinico Tor Vergata, l’Ospedale Sant’Andrea e l’AOU di Cagliari emergono come aree particolarmente critiche, con oltre un paziente su cinque costretto a permanenze eccessive.
Questo non solo compromette la qualità dell’assistenza, ma genera anche disagi e frustrazione per i pazienti e i loro familiari.

L’analisi dei cosiddetti “accessi inappropriati” – ovvero pazienti anziani (over 75) che potrebbero essere gestiti in contesti diversi dal pronto soccorso – rivela ulteriori disparità regionali.
Azienda delle Dolomiti, Ulss Polesana e Azienda Scaligera presentano le performance più deboli, con un paziente anziano su quattro indirizzato impropriamente al pronto soccorso.

Questo sottolinea la necessità di rafforzare i percorsi di orientamento e la collaborazione tra i servizi territoriali e specialistici, al fine di garantire una gestione più efficiente e appropriata dei pazienti fragili.

Al contrario, alcune realtà sanitarie, come l’Asl di Parma e le Asl romane, mostrano performance positive, suggerendo modelli di eccellenza replicabili e adattabili ad altri contesti.
In conclusione, il rapporto Agenas non è solo un campanello d’allarme, ma anche un’opportunità per riflettere e progettare un Servizio Sanitario Nazionale più equo, efficiente e centrato sul paziente.

È fondamentale un investimento mirato su personale, tecnologie e modelli organizzativi innovativi, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze regionali e garantire a tutti i cittadini un accesso tempestivo e appropriato alle cure necessarie.
La piena attuazione di una sanità territoriale robusta e integrata con l’ospedale rimane la chiave per affrontare queste sfide e costruire un futuro più sano per il Paese.

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