venerdì 28 Novembre 2025

Riforma TUF: Consob punta a più trasparenza e tutela degli investitori.

La riforma del Testo Unico della Finanza (TUF) è giunta a una fase cruciale, con la Consob che presenta alla Commissione del Senato proposte mirate a rafforzare la resilienza e la trasparenza del mercato dei capitali italiano, un obiettivo strategico per l’integrazione europea e la crescita economica.
Al centro del dibattito si pone una revisione radicale dei meccanismi decisionali societari, in particolare in contesti di trasformazione strategica come il *delisting*, il *down-listing*, le fusioni e le acquisizioni totalitarie.

Una delle proposte più rilevanti avanzate riguarda l’abrogazione del voto multiplo, una prerogativa che, negli statuti societari, spesso consente alla maggioranza di prevalere in decisioni di profondo impatto sul posizionamento dell’azienda.

Questa misura, se approvata, mira a bilanciare il potere decisionale e a garantire una rappresentanza più equa degli interessi di tutti gli azionisti, evitando che specifiche minoranze possano imporre scelte strategiche potenzialmente dannose per l’intero capitale sociale.

Il presidente della Consob, Paolo Savona, ha chiarito che queste proposte si inseriscono in un quadro più ampio volto a incentivare l’attrattività del mercato italiano, un punto di forza per lo sviluppo di un’economia più competitiva e aperta agli investimenti esteri.

Tuttavia, la riforma non si limita a questo singolo aspetto, ma affronta questioni più ampie che rischiano di compromettere il benessere del mercato e la fiducia degli investitori.

Tra le criticità sollevate, emerge la questione dell’introduzione del diritto di rappresentanza nelle assemblee societarie.

Sebbene miri a favorire una maggiore partecipazione, si teme che possa avere l’effetto paradossale di scoraggiare l’investimento retail, riducendo l’interesse del piccolo risparmio verso le borse valori.
La necessità di un’attenta valutazione di questo aspetto è quindi evidente.
Altre proposte cruciali includono la possibilità di un diritto di recesso per gli azionisti in caso di *down-listing*, un meccanismo che consentirebbe loro di tutelare i propri interessi economici e di evitare perdite di capitale derivanti da un declassamento della società.

Similmente, si discute l’opportunità di introdurre un controllo preventivo da parte della Consob in caso di acquisizioni totalitarie deliberate dall’assemblea senza l’obbligo di un’offerta pubblica di acquisto (OPA), al fine di assicurare la coerenza dell’operazione con le finalità dichiarate e prevenire eventuali abusi.

Un’ulteriore preoccupazione riguarda il regime transitorio che consente a imprese neo-quotate e PMI di derogare a specifiche regole di governance, con il rischio di una frammentazione normativa che potrebbe generare incertezza e disorientamento per gli investitori.
La coerenza e l’armonizzazione delle regole sono fondamentali per garantire la trasparenza e la prevedibilità del mercato.
Infine, l’importanza di definire chiaramente le responsabilità delle autorità di vigilanza, non solo quelle finanziarie, è un elemento chiave per consolidare la credibilità del sistema e promuovere la fiducia degli operatori.

Il Comitato per la riforma del TUF ha giustamente riservato questo aspetto a un esame approfondito, riconoscendone l’impatto significativo sulla crescita e lo sviluppo sostenibile del mercato dei capitali italiano.
La riforma del TUF si configura quindi come un’opera complessa e articolata, volta a plasmare un futuro finanziario più solido, trasparente e inclusivo.

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