HIV: in Emilia-Romagna, calo nuove diagnosi ma sfide aperte

L’Emilia-Romagna registra un quadro in evoluzione nella lotta contro l’infezione da HIV, con una significativa diminuzione delle nuove diagnosi negli ultimi diciannove anni: un calo del 46,5%, che porta il numero di casi rilevati nel 2024 a 197, rispetto ai 368 riscontrati nel 2006.

Questo dato, comunicato in vista della Giornata Mondiale contro l’AIDS, riflette un impegno continuo nella prevenzione e nella gestione della malattia, sebbene persistano sfide cruciali.
L’incidenza nel 2024 si attesta a 4,4 casi ogni 100.000 abitanti, un valore comunque superiore rispetto a quello del 2023, evidenziando una potenziale flessione nell’efficacia delle strategie di controllo.
La disparità di genere rimane marcata: gli uomini rappresentano il 6,4 casi ogni 100.000 abitanti, mentre le donne 2,5, suggerendo differenze nei comportamenti a rischio e nell’accesso ai servizi di prevenzione.
Un elemento preoccupante è la quota di diagnosi tardive, che si mantiene elevata al 53%.
Queste diagnosi ritardate, spesso associate allo sviluppo di AIDS o a un significativo abbassamento del numero di linfociti CD4 (indicatori chiave della funzionalità immunitaria), comportano un rischio maggiore di complicanze e di mortalità prematura.
Un ritardo diagnostico può essere attribuibile a barriere culturali, paura, stigma, o mancanza di consapevolezza sui segnali precoci.
L’analisi dei dati epidemiologici nel periodo 2006-2024 rivela un profilo specifico dei nuovi casi: prevalentemente uomini (74%), con una concentrazione nella fascia di età 30-39 anni (30%) e una cittadinanza prevalentemente italiana (67%).
La trasmissione sessuale rimane la modalità prevalente (87%), con una ripartizione quasi equa tra rapporti eterosessuali (51%) e omo-bisessuali (36%).

L’osservazione che quasi un quinto delle donne positive viene diagnosticato durante la gravidanza, con una prevalenza di cittadinanza straniera, sottolinea la necessità di interventi mirati per le popolazioni vulnerabili, che richiedono un approccio culturale e linguistico sensibile.
L’Assessore regionale alla Salute, Massimo Fabi, sottolinea l’importanza cruciale della prevenzione come strumento fondamentale per ridurre l’incidenza dell’HIV, evidenziando la necessità di una maggiore consapevolezza, in particolare tra i giovani, promuovendo un approccio responsabile e compassionevole verso la propria salute e quella degli altri.
La campagna “Più facile farlo che dirlo”, lanciata in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS in collaborazione con helpAids, mira a sensibilizzare sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce, affrontando il tema del silenzio e dello stigma che ancora circondano l’HIV.
A livello regionale, le Aziende Sanitarie e gli ospedali promuovono un’ampia gamma di iniziative, tra cui test gratuiti per l’HIV, punti informativi, incontri nelle università e servizi di counseling sulle malattie sessualmente trasmissibili, con il coinvolgimento attivo di comuni, farmacie, scuole e associazioni.

L’offerta di servizi accessibili e confidenziali è essenziale per superare le barriere che impediscono alle persone di sottoporsi a screening.L’introduzione della profilassi pre-esposizione (PrEP), finanziata dal servizio sanitario regionale dal 2023, rappresenta un’innovazione significativa nella prevenzione dell’HIV.
Nei primi dieci mesi del 2024 sono state erogate oltre 10.500 confezioni di farmaci PrEP, per una spesa di circa 275.000 euro, a circa 3.600 persone in carico ai centri PrEP attivi in ogni provincia.
L’accessibilità alla PrEP, unita a una corretta educazione e monitoraggio medico, rappresenta uno strumento chiave per ridurre il rischio di nuove infezioni, soprattutto tra le popolazioni a maggior rischio.

Il monitoraggio continuo dell’efficacia della PrEP e l’ampliamento dell’accesso sono elementi cruciali per il successo della strategia globale di controllo dell’HIV in Emilia-Romagna.

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