A Crescentino, una crisi di morosità abitativa negli alloggi sociali si configura come una sfida complessa, mettendo a dura prova il tessuto sociale e sollevando interrogativi cruciali sull’equità, la responsabilità e la sostenibilità del sistema di edilizia popolare.
L’accumulo di debiti, in alcuni casi superiori a diverse migliaia di euro derivanti da anni di mancati pagamenti, non rappresenta solo un problema finanziario per l’ente proprietario degli alloggi, ma esprime una profonda disomogeneità nella partecipazione alla responsabilità collettiva.
L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vittorio Ferrero, ha attivato tavoli tecnici dedicati all’analisi dei casi più problematici, con l’obiettivo di distinguere tra morosità derivanti da circostanze imprevedibili e condizioni socio-economiche di comprovata difficoltà, e quelle imputabili a negligenza o incapacità di adempimento.
Questo approccio, sebbene condivisibile nell’intento di fornire un sostegno mirato, solleva la questione fondamentale della trasparenza e della definizione di criteri oggettivi per la valutazione delle “circostanze attenuanti”.
È imperativo evitare che l’assistenza, seppur necessaria per alcuni, non crei una percezione di privilegio ingiustificato a danno di chi, con sforzo e rinunce, adempie regolarmente ai propri obblighi.
Salvatore Sellaro, capogruppo di opposizione, ha espresso una posizione più rigorosa, sottolineando l’innegabile obbligo di onorare i debiti contratti.
La sua argomentazione si focalizza sull’equità: coloro che versano puntualmente l’affitto, spesso a costo di sacrifici significativi, meritano rispetto e riconoscimento del loro impegno.
Sellaro introduce un elemento cruciale: un piano di rientro dei debiti deve essere accompagnato da pagamenti regolari, anche minimi, per evitare che la situazione si perpetui e generi ulteriori disagi.
La proposta di procedere con lo sfratto in caso di inadempienza, sebbene radicale, mira a ristabilire un principio di giustizia e a garantire la sostenibilità del sistema abitativo sociale nel lungo termine.
Al di là delle posizioni divergenti, emerge la necessità di un approccio multidisciplinare che affronti le cause profonde della morosità abitativa.
Queste possono essere legate a fragilità economiche, disoccupazione, problemi di salute mentale, dipendenze, o una combinazione di questi fattori.
Un intervento efficace deve prevedere non solo misure di sostegno finanziario e piani di rientro personalizzati, ma anche servizi di orientamento al lavoro, consulenza psicologica e programmi di educazione finanziaria.
L’Atc, l’ente gestore, ha un ruolo essenziale non solo nell’applicazione delle normative, ma anche nella manutenzione e nel miglioramento della qualità degli alloggi, garantendo un ambiente dignitoso per tutti i residenti.
Un alloggio in buone condizioni contribuisce al benessere degli abitanti e può incentivare un comportamento più responsabile.
In conclusione, la crisi di morosità abitativa a Crescentino rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio equilibrato, basato su principi di equità, responsabilità e sostenibilità.
È necessario un dialogo costruttivo tra amministrazione, ente gestore e residenti, per trovare soluzioni che tutelino le famiglie in difficoltà, garantendo al contempo il rispetto delle regole e la giustizia nei confronti di tutti.
La ricerca di un equilibrio delicato tra assistenza e responsabilità è la chiave per preservare l’integrità del sistema di edilizia popolare e promuovere una comunità coesa e solidale.







