Un’operazione complessa e capillare, condotta dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Caltanissetta, ha portato all’identificazione e alla denuncia di settantiquattro individui sospettati di frode nei confronti del sistema di sostegno economico Reddito di Cittadinanza.
L’attività di controllo, sviluppatasi nell’arco di diversi mesi, ha permesso di ricostruire un quadro allarmante di irregolarità e pratiche fraudolente per un ammontare complessivo di circa 400.000 euro, con un’incidenza particolarmente rilevante nei comuni di Gela e Niscemi.
L’indagine, iniziata con l’analisi di flussi anomali nelle richieste di erogazione, ha rivelato una sofisticata rete di manipolazioni documentali volte a eludere i requisiti necessari per l’accesso al beneficio.
Tra le irregolarità riscontrate, figurano dichiarazioni false sulla condizione lavorativa, la composizione del nucleo familiare e la residenza, presentate con l’intento di ingannare gli uffici dell’INPS.
Un aspetto cruciale emerso dall’operazione riguarda la presenza di cittadini extracomunitari che, pur non possedendo i requisiti di permanenza legale e continuativa sul territorio nazionale, durata almeno cinque anni, come previsto dalla normativa vigente, avrebbero presentato istanze fraudolente.
In alcuni casi, i richiedenti si sono avvalsi di false dichiarazioni di residenza, ottenendo il beneficio attraverso l’utilizzo di indirizzi inesistenti o di abitazioni di terzi.
L’analisi dei beni patrimoniali dei denunciati ha inoltre fatto emergere incongruenze e discrepanze rispetto alla dichiarazione del reddito.
Sono stati individuati soggetti proprietari di veicoli di grossa cilindrata, incompatibili con la presunta situazione di indigenza dichiarata nelle domande di accesso al Reddito di Cittadinanza.
La Guardia di Finanza ha inoltre riscontrato che tra i denunciati figurano individui con precedenti penali, alcuni dei quali con condanne definitive per reati di natura criminale, compresi quelli riconducibili alla criminalità organizzata.
Questo dato solleva interrogativi sulla possibile infiltrazione di dinamiche illecite nel sistema di welfare e sulla necessità di rafforzare i controlli a tutela della legalità e della corretta destinazione delle risorse pubbliche.
L’operazione si inserisce in un contesto più ampio di contrasto alle frodi commesse a danno dello Stato e sottolinea l’importanza di un approccio investigativo multidisciplinare, che integri l’analisi finanziaria, la verifica delle dichiarazioni e la collaborazione tra le diverse forze di polizia.
Le indagini sono ancora in corso e si preannunciano ulteriori sviluppi, con la possibilità di individuazione di ulteriori complici e di ricostruzione della piena dinamica delle frodi perpetrate.
L’evento evidenzia, inoltre, una criticità sistemica nel controllo dell’accesso al Reddito di Cittadinanza, suggerendo la necessità di rivedere e rafforzare i meccanismi di verifica e di implementare strumenti più efficaci per prevenire e contrastare le attività illecite.






