Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ha colto di sorpresa un giovane a Pesaro, a seguito di un’indagine complessa condotta dai Carabinieri di Perugia-Fortebraccio e dalla Sezione Operativa della Compagnia, culminata con l’applicazione di pesanti accuse di estorsione aggravata, violenza privata e danneggiamento.
Il provvedimento, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo umbro, si configura come l’escalation di un conflitto relazionale caratterizzato da dinamiche di controllo e intimidazione, che hanno profondamente turbato la serenità e la sicurezza del compagno della madre dell’indagato.
L’azione criminosa si è concretizzata in un’iniziale aggressione presso l’abitazione del malcapitato, consumata in piena notte e presumibilmente in condizioni di alterazione psicofisica.
L’atto intimidatorio non si è limitato a una mera violenza fisica, ma ha subito un’evoluzione inquietante con la coercizione a prelevare una somma di trecento euro tramite sportello bancomat, estorta sotto minaccia.
Successivamente, il giovane ha ripetutamente insidiato la residenza della vittima, intensificando il clima di terrore con nuove manifestazioni di violenza e intimidazione, fino a danneggiare il portone blindato al fine di forzare l’accesso.
Le indagini, condotte con meticolosa attenzione e supportate da un’analisi approfondita delle immagini di videosorveglianza e da un’accurata raccolta di testimonianze, hanno permesso di ricostruire con precisione la sequenza degli eventi e di raccogliere elementi probatori ritenuti di particolare rilevanza ai fini dell’applicazione della misura cautelare.
Il quadro emerso evidenzia non solo un episodio isolato di violenza, ma una strategia deliberata volta a esercitare un potere psicologico e fisico sulla vittima, creando un ambiente di costante paura e sopraffazione.
È significativo che il giovane fosse già soggetto a un precedente ordine di allontanamento, imposto in un procedimento separato, che mirava a proteggere la madre e la fidanzata da possibili atti di violenza.
L’inosservanza di tale provvedimento, in combinazione con le azioni poste in essere nei confronti del compagno, rafforza ulteriormente la gravità delle accuse e la necessità di una custodia cautelare per assicurare la sicurezza della vittima e prevenire ulteriori atti di intimidazione.
L’episodio solleva, inoltre, interrogativi sulle dinamiche familiari complesse e sulla necessità di interventi di supporto psicologico e sociale per tutelare le persone coinvolte in situazioni di conflitto.






