La scoperta di Franco Giorgi, 74 anni, antiquario di riconosciuta esperienza, e della moglie Gianna Di Nardo, 68 anni, impiegata comunale in quiescenza, nella loro dimora fiorentina in via Giampaolo Orsini, ha scosso profondamente la comunità locale.
La scena, drammaticamente suggellata dalla presenza di un’arma bianca, suggerisce inizialmente una dinamica di omicidio-suicidio, un’ipotesi che gli inquirenti stanno vagliando con la massima cautela.
La precisione con cui si intende ricostruire l’accaduto riflette la delicatezza e la complessità di un evento così traumatico.
Al di là della primissima ricostruzione, la verità si cela dietro una serie di indagini meticolose che mirano a dissipare ogni possibile dubbio.
L’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona assume un ruolo cruciale, agendo come occhi indiscreti capaci di svelare movimenti sospetti e confermare o smentire la presenza di estranei.
L’assenza di segni di effrazione alla porta d’ingresso rafforza l’ipotesi di un evento interno, ma non esclude completamente la possibilità di una dinamica più articolata.
L’autopsia, esame medico legale di fondamentale importanza, si prefigge di fornire risposte concrete sulle cause del decesso e sulla natura delle lesioni riportate dalle vittime.
L’attenzione sarà particolarmente focalizzata sulle ferite riportate da Gianna Di Nardo, la cui interpretazione come lesioni da difesa potrebbe corroborare l’ipotesi di una colluttazione preceduta dall’omicidio.
Al contrario, l’assenza di segni di difesa sul corpo di Franco Giorgi alimenta la presunzione di un gesto volontario, un atto finale compiuto dopo aver perpetrato il tragico evento.
L’indagine non si limita all’analisi forense; si estende alla sfera personale dei due coniugi, alla ricerca di possibili elementi che possano gettare luce sulle loro relazioni, sulle loro problematiche emotive e sulle possibili motivazioni che abbiano portato a questo drammatico epilogo.
L’assenza di un biglietto d’addio, sebbene significativa, non esclude la presenza di un profondo disagio interiore, magari celato dietro una facciata di serenità.
Franco Giorgi, figura nota e stimata nel quartiere di San Niccolò, aveva ricoperto per anni la carica di presidente del circolo Arci, ora avvolto nel lutto.
La sua scomparsa, insieme a quella della moglie, lascia un vuoto in una comunità che lo ricordano per la sua dedizione e il suo impegno sociale.
L’indagine, proseguendo nel massimo riserbo, cerca ora di restituire alla comunità una comprensione, seppur parziale, di un evento che ha infranto la tranquillità di Firenze.






