La recente sentenza n. 177 della Corte Costituzionale ha confermato la legittimità costituzionale di una normativa regionale sarda (legge regionale n. 2 del 2025, articolo 1, comma 1) che estende la possibilità per le Aziende Sanitarie Locali (ASL) di avvalersi di medici di medicina generale in pensione per garantire l’assistenza primaria nel territorio.
La decisione, depositata e pubblicata, stempera un precedente ricorso del Governo che contestava la validità della legge, un ricorso già respinto con la sentenza n. 84 del 2025.
La questione sollevata dal Governo si basava sull’asserita violazione della competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di “ordinamento civile”, sostenendo che la normativa regionale interferisse indebitamente con le disposizioni nazionali.
La Corte Costituzionale, tuttavia, ha escluso tale violazione, ribadendo principi già espressi nella sentenza precedente e confermando che l’intervento legislativo regionale si colloca pienamente nell’ambito della competenza legislativa concorrente della Regione Sardegna in materia di “tutela della salute”.
La decisione sottolinea l’urgenza e la contingenza del problema: la necessità di assicurare una copertura adeguata dell’assistenza primaria e della continuità assistenziale in aree geografiche, spesso marginali e con difficoltà di accesso ai servizi sanitari.
La proroga, che permette alle ASL di impiegare medici in quiescenza, anche attraverso contratti di libera professione, rappresenta, secondo la Corte, una misura temporanea e mirata a fronteggiare una situazione di emergenza.
La possibilità per i medici pensionati di utilizzare i ricettari, come previsto dall’articolo 50 del decreto-legge n. 269 del 2003, è funzionalmente legata a questa necessità.
La sentenza n. 177 chiarisce che il potere delle Regioni, nell’ambito della “tutela della salute”, comprende la possibilità di intervenire per organizzare e gestire l’assistenza sanitaria, anche attraverso soluzioni innovative e temporanee, qualora si verifichi una carenza di personale o difficoltà nell’erogazione dei servizi.
La decisione riconosce, in sostanza, la flessibilità necessaria alle Regioni per adattare l’organizzazione sanitaria alle specifiche esigenze del proprio territorio, nel rispetto dei principi fondamentali di equità nell’accesso alle cure e di adeguata continuità assistenziale.
La Corte, pertanto, invita le autorità regionali a proseguire nell’attuazione di strategie a lungo termine per garantire una stabile e duratura copertura dell’assistenza primaria, superando la dipendenza da misure emergenziali.






