La vicenda dell’inchiesta Last Banner, condotta dalla procura e dalla Digos di Torino sugli ultrà della Juventus, ha recentemente superato un importante vaglio presso la Cassazione. La Suprema Corte ha confermato la condanna per violenza privata di un tifoso astigiano che è stato processato nel capoluogo piemontese con il rito abbreviato. Il caso ‘Last Banner’ si concentra sulle azioni sconsiderate avvenute negli stadi durante la stagione 2018-19 da parte dei gruppi ultrà della Juventus, miranti a esercitare pressione sulla società al fine di mantenere una serie di privilegi. Mentre si attende la sentenza d’appello nel procedimento principale, dove viene ipotizzata l’esistenza di un’associazione per delinquere, emerge chiaramente la complessità e la delicatezza delle dinamiche che coinvolgono il mondo del tifo organizzato e le sue implicazioni legali. La decisione della Cassazione rappresenta un passo significativo nel tentativo di garantire il rispetto delle regole e dell’ordine pubblico negli eventi sportivi, sottolineando l’importanza di contrastare comportamenti violenti e illegali all’interno degli stadi. Questo episodio evidenzia anche l’importanza della collaborazione tra le autorità competenti e le istituzioni sportive per promuovere una cultura dello sport sana e responsabile, in cui il fair play e il rispetto reciproco siano valori fondamentali.