Andrea Spinelli, illustratore professionista con sede a Milano, si è dedicato a un progetto artistico di profonda introspezione, documentando attraverso il disegno momenti cruciali della quinta udienza del processo a Chiara Petrolini, la giovane donna accusata del duplice infanticidio avvenuto a Parma.
L’opera di Spinelli non si limita a questo caso; si inserisce in un percorso più ampio che include la sua documentazione grafica della vicenda di Alessia Pifferi e il processo Erba, segnando un tentativo di dare voce visiva a storie che interrogano la coscienza collettiva.
L’iniziativa, come sottolineato dal presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, si configura come un’ “arte gentile”, un’espressione artistica che, lungi dall’essere meramente decorativa, si fa portavoce di un valore più elevato: la riflessione, l’empatia, la comprensione.
Le restrizioni imposte dalla legge, che consentono la realizzazione di fotografie e video solo nei primi cinque minuti dell’udienza, hanno spinto Spinelli a sviluppare un approccio peculiare.
Invece di cercare di catturare l’evento in modo superficiale, l’artista ha cercato di penetrare l’atmosfera, di cogliere le sottigliezze emotive e le dinamiche psicologiche che si manifestano in un contesto così drammatico.
“Ho voluto entrare in questo contesto,” afferma Spinelli, “per portare quello che secondo me può essere un valore aggiunto, una prospettiva diversa.
”La scelta di documentare il caso Petrolini, così come quello di Alessia Pifferi (accusata di aver causato la morte per negligenza della figlia di 18 mesi), non è casuale.
Entrambe le vicende, gravissime e profondamente disturbanti, condividono un elemento comune: la figura materna.
L’artista si trova a confrontarsi con la complessità del rapporto madre-figlio, con le sue potenzialità di amore incondizionato e con le sue, tragiche, possibili deviazioni.
Non si tratta di giudicare, ma di osservare, di tentare di comprendere le radici di un dolore così immenso, di creare uno spazio di riflessione sulla fragilità umana e sulle sfide che l’esperienza genitoriale può comportare.
L’arte di Spinelli aspira ad essere un catalizzatore di dialogo, un invito a guardare oltre le apparenze e a interrogarsi sulle responsabilità individuali e sociali che ci riguardano tutti.
Il suo progetto ambisce a essere condiviso con le istituzioni giudiziarie, come strumento per favorire una maggiore consapevolezza e un’approfondita analisi delle dinamiche umane che si celano dietro le vicende processuali.






